Padre, madre e figlio uccisi dal rogo in casa

Le fiamme nella notte, le vittime soffocate dal fumo. I testimoni: "La signora chiedeva aiuto, poi è sparita"

Padre, madre e figlio uccisi dal rogo in casa
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Sono morti soffocati dal fumo del rogo partito dal piano terra. Padre, madre e figlio. Un'intera famiglia sterminata. È da poco trascorsa la mezzanotte di domenica a Sottomarina di Chioggia, quando in via Roma divampa un rogo che rapidamente si diffonde ai piani superiori dell'abitazione su tre livelli. Quando due ragazzi di passaggio si accorgono dell'incendio e lanciano l'allarme al 115, le fiamme sono già alte. Hanno invaso il piano terra, mentre il fumo ha riempito l'edificio risalendo il vano scale. Uno dei ragazzi racconterà agli inquirenti di aver visto una donna chiedere aiuto dal secondo piano, ma pochi secondi dopo è sparita.

La macchina dei soccorsi mobilitata per spegnere l'incendio è massiccia: per domare le fiamme arrivano sette automezzi dei pompieri con 18 operatori arrivati da Cavarzere e Mestre. Lavorano ininterrottamente per ore e solo all'alba riescono ad entrare nella casa, ormai satura, con gli autorespiratori. All'interno i vigili del fuoco si ritrovano davanti ad una scena terribile, quasi cristallizzata. Tre corpi giacciono sul pavimento delle rispettive camere da letto: si tratta di Gianni Boscolo Scarmanati, di 64 anni, della moglie 59enne Luisella Veronese e del figlio di 27 anni, Davide. Sorpresi dalle fiamme probabilmente mentre stavano dormendo, sono rimasti bloccati in casa e sono stati soffocati dalle esalazioni del rogo che avevano invaso l'abitazione. Per loro non c'è stato nulla da fare. L'ultimo a vedere ancora vivo uno dei membri della famiglia è un giovane straniero. Insieme all'amico ha provato a salvarli, invano. «Abbiamo tentato di spegnere l'incendio con l'aiuto di un estintore - ha detto il testimone - e abbiamo provato a entrare con una scala, ma le fiamme erano troppo alte». Poi, quel particolare: «Al secondo piano la signora chiedeva aiuto, poi è sparita forse perché si è sentita male e la scala non arrivava a quell'altezza».

Le cause non sono state ancora accertate, mentre i carabinieri hanno già avviato le indagini su delega della procura e l'abitazione è stata posta sotto sequestro. Ma nel Veneziano non si fa che parlare della strage di Chioggia. Anche perché la famiglia Boscolo Scarmanati - che gestiva lo stabilimento balneare Bagni Smeraldo e il camping annesso nella vicina località di Isola Verde - era molto conosciuta. «È una tragedia. Era gente che ha sempre lavorato, conosciuta e stimata», ha detto il sindaco di Chioggia Mauro Armelao, che ha annunciato di voler proclamare il lutto cittadino nel giorno dei funerali. E la comunità di Chioggia mostra sulla propria pelle le ferite aperte di una tragedia dalle circostanze molto simili, avvenuta solo quattro anni fa.

Era il 2020 quando a Ca' Bianca, una piccola frazione a circa cinque chilometri da Sottomarina di Chioggia, morirono per le esalazioni di uno scaldabagno cinque persone: quattro componenti della stessa famiglia Boaretto (Luciano, la moglie Vincenza Carbonaro, il figlio 31enne Daniele e la figlia di 11 Claudia) e il vicino di casa Carlo De Bei, di 57 anni. Anche per questo il presidente del Veneto Luca Zaia ha parlato ieri di «una realtà che non può lasciare indifferenti e sconvolge gli animi».

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