«Mia figlia è viva». Lo dice al Resto del Carlino Shabbar Abbas, uno dei cinque indagati per la scomparsa della figlia Saman, diciottenne di origini pachistane che non voleva sottostare alla barbarie di un matrimonio combinato voluto dalla famiglia. La ragazza è sparita da un mese e gli inquirenti sembrano rassegnati all'idea che si stata uccisa dai parenti e poi sepolta da qualche parte nelle campagne attorno a Novellara, in provincia di Reggio Emilia. Il corpo, però, non è stato ancora trovato. E questo spinge a dare un minimo di credito alle parole del papà, che francamente si fa fatica a ritenere veritiere. Anche se l'uomo fornisce qualche dettaglio. «L'ho sentita l'altro giorno, su Instagram. È in Belgio, non so se tornerà in Italia». Quanto a lui, fissa una sorta di appuntamento con il destino: «Il 10 giugno sono a Malpensa. Torno e spiego tutto ai carabinieri». Vedremo.
Sono cinque i familiari di Saman finiti nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta per omicidio aperta dalla Procura reggiana. Oltre al padre e alla madre, c'è uno zio e due cugini. Uno dei quali, Ikram Ijaz, è stato arrestato nei pressi di Nîmes, in Francia mentre, a bordo di un Flixbus, cercava di raggiungere Barcellona, probabilmente per cercare protezione presso alcuni parenti residenti in Spagna. Il giovane, individuato grazie alla collaborazione tra le polizie dell'Ue prevista dagli accordi di Schengen, è stato bloccato dalla polizia francese lo scorso 21 maggio ed è risultato non in regola con i documenti; trattenuto in un centro di identificazione, è stato arrestato venerdì con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Oggi dovrebbero partire le operazioni di estradizione, ma non è escluso che gli inquirenti facciano una trasferta in Francia per ascoltare il giovane e accelerare così i tempi.
Il giovane sarebbe una delle tre persone che una telecamera dell'azienda agricola in cui lavorava il padre di Saman ha ripreso il 29 aprile scorso mentre uscivano da un capannone con attrezzi utili a scavare una buca e al loro ritorno circa due ore e mezza dopo. È in quel lasso di tempo che il corpo di Saman sarebbe stato seppellito. I carabinieri ieri hanno ripreso la ricerca del cadavere tra campi, serre e canali della sterminata campagna.
Di Saman non si hanno più notizie dall'11 aprile, quando aveva lasciato la comunità educativa in provincia di Bologna in cui era stata accompagnata dai servizi sociali a seguito dei violenti litigi con la famiglia che voleva darla in sposa a un giovane pachistano tramite nozze combinate. Il 5 maggio i carabinieri si erano recati presso l'abitazione della famiglia a Novellara e avevano scoperto che i genitori avevano fatto ritorno in Pakistan con un volo partito da Malpensa mentre la ragazza era svanita nel nulla.
Una vicenda straziante, a cui non poteva mancare la coda di una polemica politica, con la destra che accusa la sinistra di avere spalleggiato politiche di accoglienza e integrazione definite «fallimentari» e la sinistra che a sua volta accusa la destra di strumentalizzare il caso Saman. «Trovo inopportuno e intempestivo - dice in una nota la deputata della Lega Benedetta Fiorini - l'attacco assurdo da parte del Pd che trasforma le nostre preoccupazioni per la sorte della ragazza in una inutile polemica.
Proteggere tutti i cittadini e quindi tutte le donne è la nostra priorità. Ecco perché ci domandiamo cosa non ha funzionato nella rete che doveva proteggerla, è nostro dovere denunciarlo e pretendere che venga fatta chiarezza».
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