«L'Italia non intende usare i fondi del Pnrr per produrre armi». Così fonti di Palazzo Chigi interpellate sulla questione. Le stesse fonti sottolineano che «l'Italia, in coordinamento con gli alleati, sostiene l'Ucraina sul piano politico e militare» e che «il governo è favorevole al rafforzamento della capacità dell'industria della Difesa europea, anche nell'ottica di una maggiore autonomia strategica della Ue. L'Italia - proseguono le fonti - è favorevole ad un uso flessibile dei fondi europei, compresi quelli del Pnrr, ma quest'ultimo è uno strumento di investimento strategico e non un veicolo per finanziare la produzione di munizioni o armamenti». Sarà dunque questa, precisano le medesime fonti, la posizione che il governo italiano terrà nel corso del negoziato sulla proposta Act in Support of Ammunition Production (ASAP) presentata nei giorni scorsi dalla Commissione europea, che prevede il ricorso ai fondi Pnrr come una possibilità rimessa alla discrezionalità dei governi e non come un obbligo.
L'ipotesi di potere utilizzare i fondi del Pnrr per le armi aveva già fatto infuriare i Cinque stelle, che avevano alzato le barricate: «Noi non lo permetteremo mai- aveva già avvertito il leader Giuseppe Conte - Mi auguro che il Governo Meloni non si spinga a tanto. Non permetteremo che i 209 miliardi del Pnrr possano essere usati per armi e munizioni anziché per asili nido, sanità e ambiente. Quei fondi servono a far rialzare l'Italia, non a fare la guerra».
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