Lo scorso 2 maggio Marco Pannella aveva compiuto 86 anni. Sessanta di questi con un ruolo unico sul palcoscenico della politica italiana. Il Partito radicale, la sua creatura, ne ha fatta di strada da quando, nel 1955, Pannella lo fondò insieme a importanti personalità della sinistra liberale (il partito nacque dalla scissione del Pli). "Un partito nuovo per una politica nuova", lo slogan scelto per il battesimo di una forza politica nata, paradossalmente, per combattere proprio la partitocrazia, come ripeterà instancabilmente Pannella nel corso dei decenni.
Nel 1963 Pannella assume la segreteria, di fatto, dicono i suoi critici, se ne 'impossessa', ne diventa il dominus indiscusso, anche se negli anni successivi alla guida della formazione, che poi nel 1989 prenderà il nome di Partito radicale transnazionale scegliendo di svolgere attività politico-culturale e di non partecipare a competizioni elettorali in favore della Lista Pannella-Riformatori, si alterneranno altri leader, tutti comunque "cresciuti" dal fondatore.
Nel 1965 Pannella inizia la campagna divorzista, d'intesa con il socialista Loris Fortuna. Sarà uno dei suoi tanti successi politici. Anni dopo verrà anche la vittoria sull'aborto. Pannella, intanto, sviluppa un intenso dialogo con Aldo Capitini, iniziatore del Movimento nonviolento in Italia e fondatore della marcia Perugia-Assisi. La lotta nonviolenta sarà la cifra di tutta l'azione politica di Pannella e dei Radicali: non si contano gli scioperi della fame e della sete, le clamorose proteste, sempre non
violente, di disobbedienza civile, i sit-in. Tutte iniziative che si richiamano ai metodi resi celebri in ogni angolo del mondo dal Mahatma Gandhi e da Martin Luther King.
Tutto, secondo la concezione pannelliana, per affermare la legalità, il "diritto alla vita e la vita al diritto". Il primo digiuno nel 1961, contro la guerra d'Algeria, la prima volta in Italia nel 1968, per il ritiro dei sovietici da Praga.
Lunghissima la sua esperienza politica: nel 1976 viene eletto per la prima volta alla Camera. Ci tornerà nel 1979, nel 1983 e nel 1987. E' stato europarlamentare con la Lista Bonino, ma anche presidente della XIII circoscrizione del Comune di Roma (Ostia), consigliere comunale a Trieste, Catania, Napoli, Teramo, Roma e l'Aquila, oltre che consigliere regionale del Lazio e dell'Abruzzo. Innumerevoli le sue campagne e le iniziative referendarie: dall'abolizione della pena di morte alla fame nel mondo, dalla legge elettorale alla giustizia, alla drammatica situazione delle carceri italiane: nel corso di tre decenni, sotto la guida di Pannella, i Radicali hanno raccolto quasi cinquanta milioni di firme, un record che difficilmente potrà essere battuto in Italia.
Celebre il duello a distanza ingaggiato con Bettino Craxi nel 1991 con la consultazione referendario sulla preferenza unica per la Camera: nonostante l'invito del leader socialista ad "andare al mare", il 9 giugno il 62,5% degli italiani andò a votare per il sì. Molti anche i coup de teatre a proposito di candidature nelle liste radicali: celeberrima e indimenticata quella della pornostar Ilona Staller, in arte Cicciolina, eletta deputata nel 1987 con 20mila preferenze, seconda, nelle liste del Partito radicale, solo allo stesso Pannella. Tre anni prima viene eletto eurodeputato con i Radicali Enzo Tortora, prima condannato per fatti di droga e poi assolto con formula piena. Nel 1983 era stato eletto alla Camera Toni Negri, ex leader di Autonomia operaia, con 13mila preferenze. Nel 1979 Pannella era riuscito a portare a Montecitorio Leonardo Sciascia, che vi sarebbe rimasto, come deputato radicale, fino al 1983.
Pannella ha sempre "attaccato lo spazio", come si direbbe in gergo calcistico, usando l'arma della provocazione. Clamorosa, solo per citare un esempio, la protesta messa in atto nel 1978, quando, insieme ai compagni di partito Bonino, Mellini e Spadaccia, si presentò negli studi Rai imbavagliato per partecipare (in silenzio) a una Tribuna sui referendum (legge Reale, aborto e finanziamento pubblico ai partiti) per protestare contro quella che a suo giudizio era la disinformazione della tv di Stato.
Nel 1995 si è fatto arrestare, insieme ad altri esponenti radicali, per 'spaccio' di droga. Davanti alle telecamere opportunamente convocate, per dare il più ampio risalto possibile alla sua campagna per la liberalizzazione delle droghe leggere. Nello
stesso anno, nel corso della trasmissione televisiva "L'Italia in diretta" di Alda D'Eusanio, si è presentato in studio per "regalare" hashish. Unico anche nella vita privata: in una intervista all'Adnkronos in occasione dei suoi 80 anni, Pannella ha confessato di avere avuto 400 "amori". "Ho avuto anche tre o quattro uomini", ha ammesso in un'altra intervista. Poi, nel febbraio dello scorso anno un'altra confessione: "ho avuto un figlio, forse due".
Accanito fumatore, Pannella non si
è fermato neanche dinanzi al tumore: l'anno scorso gliene diagnosticarono uno al polmone con metastasi epatica. Ma questo, per Giacinto, detto Marco, non è stato un ostacolo per combattere fino alla fine le sue battaglie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.