Al compagno Paolo Ferrero proprio non va giù la decisione dell’Unicoop Tirreno di tenere aperti i negozi il 25 aprile. In un’intervista al Tempo il segretario di Rifondazione Comunista la definisce “delirante” e ridicola: “La gente non ha soldi in tasca, perciò le vendite non aumentano solo perché si tengono i negozi aperti per più giorni. La verità è che ormai c’è un'idea del lavoratore completamente plasmato dal lavoro, poi dalla televisione e infine dai supermercati”. Per difendere quella che definisce la “sacralità dei ricordi” Ferrero cita persino il Pontefice: “Ha ragione Papa Francesco, c’è la necessità di avere dei momenti collettivi per riflettere, e il 25 aprile è uno di questi. Momenti che dovrebbero essere costitutivi di una società che non ha portato il cervello all'ammasso. E invece siamo alla barbarie”.
Per il segretario del Prc “è impensabile che non ci si fermi neanche per festeggiare la fine di una guerra, di una dittatura, la conquista della democrazia”. “In Francia – prosegue Ferrero - non verrebbe mai in testa di non festeggiare il 14 luglio, perché c'è un'idea di popolo, mentre da noi si cerca di trasformare il popolo in plebe”.
E poi importa se la festa della Liberazione cade di sabato, giorno di maggior vendite per i supermercati: “L'idiozia che mette al centro solo il tema del profitto, in Italia ha trionfato, producendo disastri clamorosi come la distruzione dei diritti dei lavoratori” ed è per non far trionfare il “Dio profitto” che Ferrero chiede alla Unicoop di ritornare sui suoi passi.
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