Il Papa a misura d'uomo. "Un po' di rabbia fa bene"

"Provarla è salutare, condannare no". Bergoglio come Harvard riabilita un sentimento discusso

Il Papa a misura d'uomo. "Un po' di rabbia fa bene"

Arrabbiarsi fa bene alla salute, ha detto Papa Francesco di cui infatti conosciamo qualche cedimento all'ira (il più universalmente noto, in piazza San Pietro dopo l'ultimo Te Deum, ai danni di una povera cattolica cinese). Ne sono convinto e infatti ho sempre invidiato Vittorio Sgarbi capace di infuriarsi e di ritornare subito dopo al consueto umore, perfettamente sfogato. Mentre io cerco di trattenermi e alzo la voce molto di rado e però quando succede me ne pento subito dopo e rimango avvilito per settimane. Dunque ho sempre pensato che arrabbiarsi faccia bene alla salute e male all'anima (o almeno alla mia).

Adesso, dopo le parole pronunciate dal Santo Padre all'udienza generale di ieri, bisogna riconsiderare la questione. Dal punto di vista cattolico, ovviamente. Gesù si è arrabbiato almeno una volta, quando trovò il cortile del tempio di Gerusalemme ingombrato dai banchi dei cambiavalute e da «gente che vendeva buoi, pecore e colombe». Addirittura si fece «una sferza di cordicelle» e con quella rovesciò i banchi e scacciò i mercanti. Per non parlare della proverbiale «ira di Dio», onnipresente nell'Antico Testamento e spesso evocata, a mo' di minaccia, anche nel Nuovo. In entrambi i casi la collera è un privilegio divino, a noi che non apparteniamo alla Santissima Trinità non è concessa. «Chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio» dice inequivocabilmente Gesù nel Discorso della Montagna e per questo l'ira è annoverata fra i peccati capitali e Dante ha schiaffato gli iracondi in un pantano, laggiù nel quinto cerchio. Forse Filippo Argenti, il dannato dell'ottavo canto, quand'era in vita ha goduto di buona salute proprio per le sue sfuriate, ma dopo morto è finito nel fango, dilaniato dai compagni di vizio.

Non so proprio come venirne fuori: da una parte Gesù e dall'altra il Papa, da una parte la Divina Commedia e dall'altra Harvard (una ricerca della scuola di salute pubblica dell'università americana, condotta su 23.522 uomini fra i 50 e gli 85 anni, pare contenga la prova statistica che sfogare abitualmente la rabbia riduce della metà il rischio di attacchi di cuore: purtroppo la ricerca non specifica se, in parallelo, aumenta del doppio il rischio di omicidi e lesioni personali).

Turbato, vado a leggere su Vatican News (quindi non un sito anti-Bergoglio) le parole precise del discorso papale: «Arrabbiarsi fa bene, è un po' di salute, ma condannare non fa bene». Per maggior sicurezza guardo anche il video e scopro che le parole sono proprie quelle, ma sono state pronunciate sollevando gli occhi dal foglio, a braccio. È pertanto da escludere che si tratti di un intervento ex cathedra e che padre Spadaro abbia modificato il Catechismo nottetempo. Non bisogna arrabbiarsi col Papa, ci mancherebbe.

Anche perché su questo terreno non siamo obbligati a seguirlo: ha parlato da vecchio parroco bonario, non da Sommo Pontefice. Prego soltanto che le sue parole non facciano sentire la gente autorizzata a prendersi a sberle salutari.

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