Comprarsi un angolo di Paradiso incastonato tra i monti, costa quanto un appartamento in un quartiere medio di Roma, Milano o Torino. Bastano, infatti, 360mila euro per acquistare un'intera borgata a oltre 1.600 metri d'altezza, nel comune piemontese che dà il nome a un formaggio Dop tra i più noti al mondo: Castelmagno. L'annuncio è apparso su subito.it, che scrive: «Vendesi azienda agricola di circa 22 ettari fra pascoli, seminativi, boschi e orti con annessa tipica borgata alpina, battezzata Batuira, parzialmente ristrutturata». Nel «pacchetto» rientrano anche cinque baite di cui due dotate di soppalco, una legnaia con due stanze, due stalle, tre magazzini e un fienile. Naturalmente dotati di acqua e luce e autorizzazioni per la costruzione. Il tutto per un totale di 500 metri quadrati, raggiungibili con un fuoristrada, forse con qualche difficoltà in più nei mesi invernali per la neve e il gelo.
Borgata Batuira si trova a pochi chilometri dal centro di Castelmagno e, proprio per la sua bellezza e il silenzio che regnano, fino a una decina di anni fa era frequentato da una comunità buddhista, ma è anche il luogo ideale per chi vuole trasformare un investimento in un business, visto che è possibile realizzarci un'impresa agricola e turistico-ricettiva.
A mettere in vendita la borgata piemontese, è il proprietario Franco Biglia: «Avevo acquistato l'intera borgata una decina di anni fa - spiega -, insieme a un socio. Questo è un posto magnifico, me ne sono innamorato appena l'ho visto. Ho fatto qualche lavoro di ristrutturazione e l'ho tenuta in vita con passione. Ora però sto invecchiando, mantenerla richiede impegno e purtroppo io non ce la faccio più. E anche se a malincuore, sono costretto a vendere».
Le opportunità come quella di Castelmagno si moltiplicano e da tempo l'Uncem - Unione nazionale comuni ed enti montani - si batte per rendere appetibili le aree montane, con una strategia che passa anche attraverso la valorizzazione dei borghi alpini. Una battaglia che ha destato anche l'interesse della Cnn: il sito della tv statunitense ha dedicato un lungo reportage a queste operazioni di marketing dei piccoli comuni italiani che possono rappresentare anche, per chi compra casa in questi luoghi, un totale cambiamento di vita. «Anche questo è un modo per non far morire la montagna - sottolinea Marco Bussone, presidente nazionale dell'Uncem - ma servono precise strategie, supporti finanziari per chi acquista, meno burocrazia possibile per il recupero architettonico, agevolazioni fiscali per le imprese che si insediano in queste borgate».
Per esempio per un eventuale acquirente del borgo di Castelmagno, le possibilità di ottenere un supporto già esistono: il bando per il recupero dei borghi varato dalla Regione Piemonte scade a marzo e ha già raccolto una sessantina di domande. Creare un mercato attorno a interi borghi, dal Piemonte alla Sicilia, partendo da prezzi molto competitivi, è fondamentale per evitare l'abbandono delle zone alpine dove, tra l'altro, si può fare impresa, produrre reddito, avere migliore vivibilità e benessere.
Ma non solo: «I cambiamenti climatici - avverte Bussone - spingeranno molte persone, nei prossimi 30 anni, a vivere fuori dalle aree urbane. Questi borghi possono essere la soluzione. Dare nuova vita ai borghi alpini e appenninici come Batuira - conclude il presidente Uncem - costituisce un valore per l'intera collettività».
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