Più di un italiano su due, mercoledì, era sintonizzato su Rai Uno per il festival di Sanremo. Molti hanno seguito la performance di Fedez sul palco della nave Costa Smeralda, succursale dell'Ariston. Tanti hanno visto il marito della Ferragni strappare in diretta televisiva, sulla tv pubblica, la ben nota foto di Galeazzo Bignami del 2005, quando venne «conciato così», come spiegò lui stesso, per il suo addio al celibato. Un episodio che il viceministro dei Trasporti ha definito grave, aggiungendo: «In quella foto non mi riconosco più». Eppure, pur di fare il suo show, Fedez ha strappato con spregio una riproduzione di quello scatto, un gesto inutile e anche più becero dei versi che ha dedicato allo stesso Bignami, «Se va a Sanremo Rosa Chemical scoppia la lite / forse è meglio il viceministro vestito da Hitler» e al ministro Eugenia Roccella, «Purtroppo l'aborto è un diritto sì / ma non l'ho detto io / l'ha detto un ministro / A volte anche io sparo cazzate ai quattro venti / ma non lo faccio a spese dei contribuenti». Affermazione discutibile, visto che questo teatrino è stato reso possibile proprio grazie ai soldi del canone Rai, una vera e propria tassa.
Tutti si sono concentrati su queste due strofe, ma c'è di più. Perché Fedez ha voluto strafare, andando oltre quella messa in scena e, nel video che ha pubblicato sui suoi social subito dopo l'esibizione, alcuni passaggi assumono contorni ancora più inquietanti. Gli insulti vengono rincarati dalle immagini, come dimostra la strofa «sono Napoleone con la sindrome del Nano / decido io quando venire, bro me lo preparo / come Matteo Messina Denaro», che sul momento è stata sottovalutata, mischiata in mezzo alle altre frasi confuse. Nella clip, realizzata con la tecnica stop-motion, il celebre dipinto di Jacques-Louis David, Bonaparte valica il Gran San Bernardo, viene trasformato e il volto del primo console Napoleone Bonaparte sostituito da una fotografia caricaturale di Silvio Berlusconi. E quando il rapper scandisce «come Matteo Messina Denaro», vengono introdotte delle manette, che si sovrappongono all'immagine così composta del Cavaliere.
L'associazione di parole e immagini, il sottinteso che il rapper lascia sospeso, non lasciano spazio all'immaginazione e aggiungono vergogna a un'esibizione indegna. La stessa Rai si è sentita in dovere di dissociarsi «fortemente dagli attacchi personali che la performance di Fedez ha rappresentato», così ha dichiarato il direttore dell'intrattenimento del prime time di Rai Uno, Stefano Coletta, sottolineando che Galeazzo Bignami ha già chiesto scusa per quell'episodio: «Questo tipo di attacchi non sono libertà. A nome dei vertici della Rai non possiamo che sottolineare che quando l'attacco diventa frontale e personale non c'è libertà che tenga». Salvati capre e cavoli, questo non ha comunque fermato la polemica politica. Matteo Salvini ha snobbato il rapper, scegliendo di non fare commenti su Sanremo: «Ho cose più importanti di cui dovermi occupare». Gianfranco Rotondi, deputato di Fratelli d'Italia, ha sottolineato come quel gesto fatto da un comunicatore con un così grande potere come Fedez significa «che quella persona non deve esistere, va distrutta». È un gesto violento e «francamente fascista», ha concluso Rotondi. Maurizio Lupi, leader di Noi moderati, ha messo il focus sul solito canovaccio del rapper, che sfrutta la tv pubblica per le sue invettive senza contraddittorio, mettendo in evidenza che anche l'attacco al ministro Roccella «è stato sbagliato e tra l'altro non credo le sia stato dato spazio per difendersi».
Un attacco inaspettato è arrivato a Fedez anche dal senatore Pd Carlo Cottarelli: «Non mi sembra corretto utilizzare la rete pubblica per un gesto chiaramente politico, neppure quando il gesto può piacermi, anche perché in futuro lo stesso palcoscenico potrebbe essere usato per gesti che non mi piacciono». Una voce fuori dal coro nel suo partito, che stando alle evidenze vorrebbe il rapper e sua moglie come nuovi segretari.
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