Far ripartire il turismo (e l'economia in genere) grazie al passaporto vaccinale. Uno strumento controverso su cui l'Europa sembra non trovare un accordo. Ieri nel vertice a Bruxelles si è tornato a parlare di certificati digitali interoperabili Covid, sulla proposta della stessa Commissione Ue, per tornare a viaggiare appena le condizioni epidemiologiche lo permetteranno. Un progetto che, recita la bozza, «dovrebbe essere portato avanti con urgenza», anche se «la situazione epidemiologica del Covid resta grave, anche alla luce delle sfide poste dalle varianti. Le restrizioni, anche per quanto riguarda i viaggi non essenziali, devono quindi essere mantenute per il momento, mentre deve continuare a essere garantito il flusso senza ostacoli di merci e servizi all'interno del mercato unico, anche utilizzando i corridoi verdi».
Nel frattempo i Paesi sull'argomento si muovo in ordine sparso. Il primo ministro britannico Boris Johnson ha aperto al documento, ma solo una volta che la prima dose sarà stata offerta a tutti i residenti nel Paese. Johnson ha anche aggiunto che una revisione sul potenziale uso di tale documento avverrà nel mese di aprile, ma ha confermato che nessuna decisione in merito è stata ancora presa a causa «della «complessità morale e dei problemi etici» alla base dell'adozione di tale documento. Il certificato di avvenuta vaccinazione potrebbe essere necessario anche per accedere a pub e ristoranti. In Belgio è già attivo un servizio di rilascio del QR code a chi ottiene il vaccino, in Germania il governo valuta l'opzione di dare a ogni imprenditore la scelta di chiedere o no l'attestato di avvenuta vaccinazione.
E l'Italia? Mercoledì sera il ministro del Turismo Massimo Garavaglia aveva parlato del passaporto vaccinale come di uno strumento fondamentale per il settore, «sono già iniziate un po' di prenotazioni dall'estero, dagli Stati Uniti, verso l'Italia, in particolare per chi è già vaccinato, quindi si sta muovendo un po' tutto il settore su questo». Più cauto ieri il ministro per lo Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, secondo cui «sul pass vaccinale ci sono dei profili delicati. Se siamo in grado di avere un'uniformità vaccinale è un conto, altrimenti si rischia di discriminare fasce di popolazioni che non riescono ad accedere ai vaccini anti Covid e che resterebbero penalizzate».
Si porta avanti la Campania, dove sono state consegnate finora 170mila card di avvenuta vaccinazione al personale sanitario che ha completato la somministrazione con la seconda dose. Sono circa 4 milioni le card, una sorta di passaporto vaccinale, già ordinate dalla Regione per darle a tutti i cittadini vaccinati.
«L'obiettivo - spiega il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, in una nota - è utilizzare tale certificazione per rilanciare interi settori economici, in particolare il comparto turistico, cercando di legare la straordinaria offerta dei nostri territori alla certificazione di immunità degli operatodasdasri del settore»- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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