"Pasticciaccio Orsini": la Rai prima lo assume poi straccia il contratto

Dietrofront sui 12.000 euro al sociologo filo-Putin per partecipare a "Cartabianca"

"Pasticciaccio Orsini": la Rai prima lo assume poi straccia il contratto

Di certo, comunque la si pensi rispetto a questa guerra, a farci una brutta figura è la Rai. Che prima decide di fare un contratto al professore Alessandro Orsini, poi ci ripensa e lo straccia. Seguendo la richiesta del Pd e di Italia Viva. Una questione delicata, la libertà di espressione del pensiero, che finisce in un pasticciaccio e disorienta lo spettatore. Orsini è il docente di Sociologia del terrorismo internazionale alla Luiss ospite ormai in tanti talk criticato per le sue posizioni ritenute filo russe. Lui, invece, dice di sostenere il dialogo tra Russia e Ucraina per cercare di mettere fine alla guerra, rifiuta l'etichetta di filo putianiano e si riconosce nell'Occidente. Comunque sia, la questione è sorta per la sua partecipazione alla trasmissione Carta Bianca su Raitre. «Se davvero Putin, in una condizione disperata in cui rischia di perdere la guerra in Ucraina, dovesse usare la bomba atomica, l'Europa sarebbe moralmente corresponsabile», una delle sue frasi dette martedì che hanno suscitato indignazione. È stato il Foglio a svelare che per la sua presenza la Rai aveva preparato un contratto (non ancora avvallato) da duemila euro a puntata, per sei puntate. Dopo tutte le polemiche scoppiate l'altro ieri e le prese di posizione - soprattutto di esponenti della sinistra - che ritenevano ingiusto che si pagasse con i soldi dei contribuenti un commentatore così controverso, ieri la retromarcia della Tv di Stato. «La direzione di Raitre - recita un comunicato - d'intesa con l'amministratore delegato della Rai, ha ritenuto opportuno non dar seguito al contratto originato su iniziativa del programma Cartabianca». Dunque, responsabilità scaricata sulla conduttrice Bianca Berlinguer che aveva invitato il professore. A questo punto è scoppiata la bagarre. La Berlinguer (che ha un rapporto alquanto complicato con la sua rete) ha criticato la sua stessa azienda per non essere stata coinvolta nella decisione. E, Orsini, si è detto disponibile a partecipare gratuitamente alla trasmissione. A questo punto bisognerà vedere cosa succederà martedì prossimo: se il professore non sarà presente negli studi di Cartabianca, a titolo gratuito, si potrebbe parlare di una vera censura. Come già sostengono molti esponenti dei Cinquestelle, Lega e FdI. Massimiliano Capitanio, della Lega: «Sarebbe stato più onesto dire che le posizioni di Orsini non sono gradite ad alcuni partiti e a una parte della Rai, piuttosto che farne una questione di cachet». Giorgia Meloni: «Una democrazia prevede libertà di pensiero». In Rai replicano che nessuno gli impedirà di partecipare. Si vedrà.

«È una decisione che limita gravemente il mio ruolo di autrice e di responsabile di Cartabianca - ha sostenuto Bianca Berlinguer -. Aggiungo che non condivido la decisione di escludere una voce certamente rappresentativa di un'opinione presente nella società italiana e tra gli studiosi, in quanto ciò porterebbe a una mortificazione del dibattito». «Possibile che un conduttore in Rai - si chiede Michele Anzaldi della Commissione di Vigilanza - possa decidere chi assumere senza che l'azienda sappia nulla? Il servizio pubblico ha bisogno di pagare gli opinionisti per averli ospiti in trasmissione? Infine: su un tema delicato come la guerra si può avere una simile spettacolarizzazione?» Insomma, per la Rai un'altra situazione imbarazzante.

Che si somma a quella dei corrispondenti da Mosca: mentre tutti i network internazionali hanno ripreso a trasmettere, nonostante le leggi restrittive imposte da Putin, la Tv pubblica non ha ancora riaperto le trasmissioni.

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