Perché la sinistra è così. Quando si tratta dei suoi va bene tutto. Quando, invece, a fare satira sono gli altri, allora non passa nulla.
Come ogni ricorrenza delle Foibe che si rispetti, anche quest'anno, un po' prima del 10 febbraio, è buriana. Al centro del tirassegno questa volta c'è il volto di Alfio Krancic, 71 anni, 40 dei quali trascorsi a disegnare vignette (e da 26 per il Giornale). Lui è particolarmente sensibile al tema delle Foibe in quanto, insieme alla sua famiglia, è stato esule da Fiume nel 1949, quando aveva appena un anno, fuggendo in un campo profughi a Firenze, dove poi si è stabilito.
Ebbene, in questi anni Krancic ha disegnato tante vignette sulle Foibe. E al responsabile giovani di Forza Italia di Firenze, Davide Loiero, è venuta l'idea di allestirne una mostra itinerante con una ventina di vignette tra i vari quartieri di Firenze. Missione impossibile. Nella liberal democratica Firenze, i presidenti dei quartieri eletti dal Pd hanno negato l'autorizzazione ad ospitare l'esposizione. «Il tutto seguendo il solito grottesco protocollo - spiega il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale Jacopo Cellai . Al Q1 ci hanno detto che la decisione spettava al sindaco Nardella; al Q4 che se ne parlava l'anno prossimo, ma che sarebbero dovute essere esposte anche le vignette di altri disegnatori. La risposta più goffa è quella della presidente Perini del Q3 che su Whatsapp ci ha scritto che quelle vignette erano offensive per presidenti della Repubblica, Anpi e Pd. Se non è censura questa Il fatto è che per la sinistra fiorentina meno si parla di Foibe, meglio è».
E la Perini mette una toppa che è peggio del buco: «Non è una questione di censura è una questione di educazione e di buon senso». A questo punto Krancic non ce la fa più a stare zitto: «Nella mia satira cerco sempre di colpire di fioretto e mai col bastone. Mi si accusa di attaccare i presidenti della Repubblica? Non è vero: solo Napolitano che non andò a Basovizza. Sull'Anpi poi cosa posso dire? Ogni anno ne inventano unaproprio loro parlano di satira volgare».
Ma da quando in qua la satira ha bisogno di giustificarsi? Abbiamo mai sentito Vauro Senesi o Sergio Staino scusarsi per le loro vignette d'odio? Esempi. Staino, 2010. Bobo dice alla figlia: «Novantasei membri del governo polacco spariti di colpo». E lei: «La solita storia, a chi tutto e a chi niente». Riferendosi al governo Berlusconi e alla tragedia aerea che decimò l'esecutivo della Polonia. Vauro, 2016: disegna un piatto di sterco con sopra le candeline, il numero 80 e sotto la scritta «Habby Birthday Silvio».
«Sarebbero queste le vignette educate e di buon senso? continua Krancic -.
La verità è solo una: nel 2004 quando ci fu un'apertura, la sinistra ha inghiottito a forza il boccone amaro delle Foibe. Ma quel pasto pesante crea ogni anno reflussi gastrici dolorosi. Abbiano allora il coraggio di dirlo: eliminiamo il ricordo delle Foibe e basta. Tanto ogni anno è la solita musica».
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