Le liste del Pd votate in Direzione non sono ancora definitive e averle anticipate di una settimana rispetto alla scadenza sta dando la possibilità a Enrico Letta di fare gli ultimi aggiustamenti in base all’applausometro. E ai candidati delusi, dopo aver provato a ottenere un posto migliore frignando un po’, di tornare indietro e accettare la candidatura: meglio rischiarsela che perdere a tavolino.
È stato cosi per Monica Cirinnà, che dopo aver definito quello di Roma 3 “un collegio inidoneo ai miei temi”, ci ha ripensato e ora si batterà "come un gladiatore”.
Così ha fatto anche Enzo Amendola, nominato da Draghi Sottosegretario agli Affari Europei. È stato in quest’ultimo periodo l’uomo che ha tecnicamente negoziato il merito dei capitoli del Pnrr, oltre che assicurare un rapporto stabile con Bruxelles. Sarebbe stato il naturale front man per una campagna elettorale che la sinistra sta conducendo interamente contro il presunto antieuropeismo degli avversari: “di qua gli europeisti, di la le destre di Orban” ripete Francesco Boccia. Ma mentre questo non è vero (ve lo immaginate Tajani antieuropeo?) il Pd avrebbe potuto schierare Amendola furbescamente per intestarsi i successi europei del governo Draghi.
Invece Letta ha deciso di candidarlo terzo nella sua Campania, addirittura dietro Franceschini, che è emiliano, e Valeria Valente. Una beffa per il sottosegretario. “La compilazione delle liste è sempre complicata. Ma con l'attuale legge elettorale, la riduzione di un terzo dei parlamentari (voluto dal pd-ndr) e con i tempi strettissimi di questa crisi, le difficoltà sono aumentate esponenzialmente. Al punto da creare anche situazioni non volute e davvero spiacevoli come quella che a Enzo Amendola, una delle personalità più rilevanti della nostra politica europea nonché di quella del Governo Draghi- aveva detto Letta dopo la titubanza del sottosegretario- “Voglio fargli un appello affinché, nonostante questo, sia con noi in questa competizione elettorale così importante, a maggior ragione perché la questione europea sarà al centro del dibattito, da oggi fino al 25 settembre. Ma soprattutto credo che la lotta per evitare che con l'esito del voto l'Italia sposti l'equilibrio europeo a favore delle destre sovraniste e antieuropee abbia a tutti i costi bisogno di una figura come la sua”.
Deve aver funzionato l’appello. Cosi oggi Amendola ha confermato la candidatura: “A tutti quelli mi stanno inondando di affetto e parole di stima, grazie davvero. I vostri messaggi sono il motivo per cui vale la pena spendersi fino all'ultimo in questa campagna elettorale. Napoli è la mia città. Difendiamo la Campania. L'Europa è la nostra comunità di destino”.
Sicuramente dopo essersi fatto bene i calcoli e ha deciso di accettare, considerando che i candidati prima di lui potrebbero scattare in altre regioni.
La stessa cosa ha fatto Alessia Morani. Candidata nel suo collegio di Pesaro all’uninominale, ha rifiutato “avrò modo di spiegare le motivazione che mi hanno convinta della bontà di questa scelta”. Queste motivazioni non sono mai arrivate, pensi un ripensamento: “una marea di telefonate e messaggi di persone che mi hanno manifestato un enorme affetto e stima. Tutti mi hanno detto che non posso rimanere in panchina nella partita più importante che dobbiamo giocare per il nostro Paese. Sono, perciò, a disposizione della nostra comunità politica”.
E però si è decisa troppo tardi. E ormai il suo collegio è già stato occupato, da un candidato di +Europa Giordano Masini.
Quindi alla Morani non resta che il terzo posto nel listino. Come Amendola.
E sperare in tanta tanta fortuna.
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