Pd, direzione approva le liste. Ma la minoranza strappa e non vota

Psicodramma al Nazareno. Renzi forza la mano e presenta le liste all'ultimo momento. La minoranza non ci sta e lascia la direzione senza votare

Pd, direzione approva le liste. Ma la minoranza strappa e non vota

Ore 4:36, notte fonda. Il Partito democratico si spacca un'altra volta. La trattativa è andata avanti a oltranza, ma non è servita a granché. Così, dopo aver ascoltato la relazione di Matteo Renzi e la composizione delle liste ufficializzata da Lorenzo Guerini, la minoranza decide di lasciare il Nazareno e non partecipare al voto.

Renzi parla con quattro ore di ritardo."È una delle esperienze peggiori che uno possa fare - dice ai suoi - gli altri pensano che ci diverta nell'esercizio del potere, invece è devastante dal punto di vista personale". In una direzione, che nel corso della giornata è stata rinviata da una serie imbarazzante di rimpalli, ammette di avere "un sentimento molto contrastante nel cuore". Non è l'unico. La spaccatura è a un passo. E il segretario dem lo sa. Tuttavia, spiega, "è evidente lo spazio di possibilità, l'occasione straordinaria che sta tornando a bussare alle nostre porte. Le divisioni nel centrodestra stanno diventando realtà e questo è un elemento di stimolo per la nostra campagna elettorale". "Se noi prendiamo 2-3 punti e ci avviciniamo al 30% - alletta i suoi - ci sono decine di seggi che diventano da contendibili a vinti".

Tocca a Guerrini svelare le carte, scandendo i nomi regione per regione, collegio per collegio, di Camera e Senato. Il Guardasigilli Andrea Orlando non ci sta e prende subito la parola. "Non c'è stato nessun braccio di ferro semplicemente perché le minoranze conoscono in questo momento le liste che sono proposte a questa direzione". Il tempo passato invano, è il messaggio del ministro, "non è in alcun modo ascrivibile a un nostro ruolo ostruzionistico". Di più. "Io mi sono occupato oggi di liste perché sono stato convocato dal compagno Fassino e mi è stato chiesto di individuare tra le priorita alcune ulteriori priorità - sottolinea - conosciamo per la prima volta nomi su cui potevamo riflettere. Penso sia si sia persa l'occasione di fare un lavoro insieme. Oggi non siamo nelle condizioni di pronunciarci sui nomi che ci sono stati proposti".

Il Guardasigilli chiede, quindi, un'ora di tempo per esaminare le liste, ma la proposta viene bocciata. Così i suoi lasciano il Nazareno. Renzi incassa e guarda avanti.

"Del resto - aveva detto entrando nella grande sala riunioni al terzo piano a mezzanotte e dieci, per informare i componenti della direzione dem del perché di un ritardo che andava avanti dalle 22.30 - le liste non troveranno la totale condivisione, ma è giusto che un'assemblea democratica possa dare la propria valutazione".

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