Il Pd e il folle decalogo per un uso non sessista dell'italiano

La giunta Pd di Velletri ha approvato una serie di disposizioni interne per un uso "non sessista" della lingua. Ad esempio, al posto di "diritti dell'uomo" bisognerà dire "diritti dell'umanità". Giorgia Meloni: "Un delirio totale"

Il Pd e il folle decalogo per un uso non sessista dell'italiano

"Umanità" da usare al posto di "uomo", il participio passato da non accordare al maschile se riferito a un gruppo in cui prevalgono le donne, no ai termini "fratellanza" e "fraternità" se di mezzo c'è anche il genere femminile. Sono solo alcune delle disposizioni contenute nell'ultima deliberazione della giunta Pd di Velletri, intitolata "Guida per un uso non sessista della lingua nell’Amministrazione pubblica": un decalogo rivolto ai dipendenti del Comune per sensibilizzarli sulle disuguaglianze di genere. Norme che, nelle intenzioni dei suoi ideatori, dovrebbero mettere fine alla barbara pratica del sessismo insito nel linguaggio burocratico .

Un'ossessione, quella della sinistra, nata ai tempi in cui Laura Boldrini era presidente della Camera, anzi, "presidenta". Così voleva essere chiamata l'esponente di Liberi e Uguali in nome della lotta contro le discriminazioni di genere commesse con l'uso della lingua italiana. Una mania che adesso è arrivata anche a Velletri, come denuncia Giorgia Meloni con un tweet in cui si scaglia contro la "criminalizzazione dell'uomo (e lo dico da donna)" attuata dall'amministrazione dem della cittadina laziale.

Le linee guida per un uso non sessista dell'italiano

"Pazzesco - scrive la leader di Fratelli d'Italia - ma non è uno scherzo". Anche se lo sembrerebbe, a leggere una per una tutte le linee guida volute dal sindaco Pd Oreste Bocci. Infatti, nella redazione degli atti, gli impiegati del Comune dovranno attenersi ai seguenti aspetti: 1) "La sostituzione dei nomi di professioni e di ruoli ricoperti da donne, declinati al maschile, con i corrispondenti femminili". 2) "Evitare di usare sempre e unicamente il maschile neutro parlando di popoli, categorie e gruppi. 3) "Evitare le parole fratellanza, fraternità, paternità quando si riferiscono a donne e uomini". 4) "Evitare di dare la precedenza al maschile nella coppia oppositiva uomo/donna" (sic!). 5) "Evitare di accordare il participio passato al maschile quando i nomi sono in prevalenza femminili. Si suggerisce in tal caso di accordare con il genere largamente maggioritario oppure con il genere dell'ultimo sostantivo della serie". 6) "Evitare di citare le donne come categorie a parte: a) dopo una serie di maschili non marcati che, secondo le regole grammaticali, dovrebbero/potrebbero includerli; b) inserendoli nel discorso come appendici o proprietà dell'uomo".

"Non è una vocale a certificare il valore della donna"

Un'uguaglianza in campo linguistico che per il Pd ha la precedenza su quella in campo economico, vera urgenza di un mondo dove a parità di mestiere le donne guadagnano in media il 23% in meno degli uomini. Lo sa anche Chiara Ercoli, consigliera comunale di Velletri di Fratelli d'Italia che al Tempo ha commentato così l'ultima trovata del Comune: "La valorizzazione delle donne non dipende dal modo in cui i nomi vengono declinati. Io a Velletri sono l’unico consigliere d’opposizione. il mio partito è guidato da una donna, Giorgia Meloni, che ha dimostrato sul campo la sua forza. È l’impegno e non una vocale a certificare il valore di una persona, uomo o donna che sia".

Infine il colpo di genio: "Il mio partito si chiama Fratelli d’Italia, verrò mica messa al bando?".

È solo una battuta. Ma non ditelo alla Boldrini. Potrebbe denunciare Giorgia Meloni all'Accademia della Crusca...

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