Pd, esplode il caso Lorenzin. La base: "Cosa c'entra con la sinistra?"

Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ha voluto firmare personalmente la tessera di Beatrice Lorenzin. "Ci tenevo, testimonia il partito plurale e ricco che vogliamo costruire. La base protesta: "Cosa c'entra con la nostra storia?"

Pd, esplode il caso Lorenzin. La base: "Cosa c'entra con la sinistra?"

Da Civica Popolare, con cui era stata eletta in Parlamento, al Pd. Un bel salto. "Rafforzare i dem, allargando il campo dei moderati, è l'unico modo possibile per fermare Matteo Salvini". Così l'ex ministro Beatrice Lorenzin, su Twitter, ha motivato la sua scelta di iscriversi ai dem. Pensare che, non molto tempo fa, era una delle esponenti più in vista di Forza Italia. Poi uno scivolamento, lento ma progressivo, verso sinistra. Fino all'adesione di ieri ai democrat. Un "battesimo" celebrato addirittura dal segretario Nicola Zingaretti, che ha spiegato: "Ci tenevo a firmare io la tessera a Beatrice Lorenzin, anche per ringraziarla di averlo fatto in questo momento molto particolare. Testimonia - ha scritto il governatore del Lazio - il Pd plurale e ricco che vogliamo costruire".

Una mossa, quella di Lorenzin, gradita ai dem, che negli ultimi giorni hanno dovuto incassare la scissione di Renzi e con essa un'inevitabile perdita di consensi. Chissà quanti voti potrà portare l'ex ministro della Salute. Intanto, non tutti hanno apprezzato l'arrivo nel Pd di Lorenzin. Non solo Matteo Salvini, che l'ha soprannominata "Ministra sciagura". Ma anche una parte del popolo dem. Sui social, in particolare Twitter e Facebook, non sono mancate le prese di distanza da parte dei militanti democratici. Che proprio non capiscono cosa c'entri l'ex parlamentare di Forza Italia con la storia del più importante partito della sinistra italiana.

Su Twitter, Milla commenta: "La Lorenzin? Quella del fertility day, che ci mostrava una clessidra come se fossimo delle incubatrici viventi con data di scadenza. La Lorenzin, quella contro la 194. La Lorenzin. Ditemi cosa devo fare, mi viene un po' da piangere". Giulia ironizza: "Inviterei i dirigenti del Pd ad indicare nello Statuto i requisiti per potersi iscrivere al partito. A mero titolo semplificativo: - non essersi iscritti ad altri 48 partiti negli ultimi 3 anni; - non aver lanciato campagne vergognose pro fertilità; - non chiamarsi Lorenzin" mentre Antonio, sarcastico, pubblica una foto dell'ex ministro che sorride con... Giorgia Meloni.

Una pioggia di critiche al Pd, che prova a giustificarsi con un post su Facebook dove spiega: "Noi vogliamo che il Pd sia un luogo di incontro di pensieri diversi, in cui l'identità non venga persa ma rafforzata dal confronto reciproco".

E aggiunge: "Solo recependo sensibilità diverse, possiamo infatti rispondere in maniera non superficiale ed adeguata alle istanze del nostro tempo". Uno risponde: "E questo sarebbe un partito costruito sui valori della sinistra?". Insomma, per la base Pd la Lorenzin è un piatto duro da digerire.

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