Pur di attaccare il governo e le politiche sull'immigrazione dell'esecutivo, ong, associazioni e politici di sinistra finiscono per schierarsi dalla parte dei migranti entrati illegalmente in Italia. Viene da chiedersi in quale altro paese al mondo non solo si accoglie a braccia aperte chi compie un reato entrando in modo irregolare nel territorio nazionale ma si organizza pure il ricevimento di benvenuto con tanto di striscione «Welcome». La sinistra italiana ci ha abituato anche a questo e, alla notizia che la Corte di appello di Roma non ha convalidato il trattenimento dei migranti in Albania, c'è stato un profluvio di dichiarazioni contro il governo Meloni che si è ben presto trasformato in una mitizzazione dei 43 migranti trasformati in nuovi paladini. Un capovolgimento della realtà che ha portato all'organizzazione di un presidio da parte dell'Arci al porto di Bari per accogliere i migranti e denunciare «il flop del modello albanese». Sui social l'Arci di Bari ha rivendicato l'iniziativa: «il mondo attorno a noi brucia ma non ci scoraggiamo e soprattutto nessuna titubanza. Soprattutto quando si tratta di andare al porto di Bari ad accogliere uomini e donne maltrattati dai potenti di turno. Stiamo dalla parte dei coraggiosi e dei giusti, sempre».
A dare manforte all'Arci al porto di Bari erano presenti anche gli esponenti del Partito democratico pugliese con il deputato Ubaldo Pagano che ha parlato di «deportazioni» ed «esseri umani sballottati»: «Gestire le politiche migratorie è una cosa seria, ma il governo Meloni fa solo propaganda. Si inventa deportazioni che poi falliscono, sprecando enormi risorse pubbliche. Noi siamo qui per testimoniare questo ennesimo fallimento e per farci carico di esseri umani sballottati inutilmente tra Italia e Albania».
Il suo collega Marco Lacarra se l'è presa contro il governo per avere «sballottato i migranti tra Italia e Albania. Questi 43 poveri disgraziati approdano sul nostro suolo dopo aver vagato nelle acque del Mediterraneo».
A puntare il dito contro il «modello Albania» sono anche le Ong come Mediterranea secondo cui «Il protocollo Italia-Albania viola il codice di deontologia medica e i diritti umani». Addirittura l'ong parla di «deportazione» riferendosi ai migranti trasferiti in Albania: «in qualità di realtà sanitarie che si occupano di soccorso civile nel #Mediterraneo centrale e di supporto e diritto alla salute delle persone in movimento, denunciamo con forza la recente deportazione in #Albania di 49 persone migranti soccorse in acque internazionali». Il fondatore di Open Arms Oscar Camps accusa invece l'Italia per gli accordi con la Libia affermando: «l'Italia revochi gli accordi con la Libia. Altrimenti sarà complice di crimini contro l'umanità» per poi aggiungere «i migranti merce di scambio per il contenimento dei flussi».
Non poteva mancare all'appello l'europarlamentare Ilaria Salis che ha pubblicato un post intitolato «Operazione #Albania, terzo schiaffo al governo» scrivendo: «dopo lo scandalo del torturatore liberato, un'altra figuraccia sulla pelle dei #migranti. Ancora una volta mettono in imbarazzo l'Italia davanti al mondo intero. Non si dimetteranno neanche questa volta, perché non conoscono vergogna. Ma dovrebbero. Eccome se dovrebbero» per poi concludere «Liberi tutti! Migrants welcome! #Meloni go home!».
In poche parole la Salis e compagni ragionano al contrario: un governo eletto democraticamente dagli italiani dovrebbe «andare a casa» mentre i migranti che entrano illegalmente nel territorio nazionale
sono i «benvenuti». Non solo si giustificano gli irregolari ma si cerca di normalizzare l'immigrazione illegale facendo passare le istituzioni come carnefici e i migranti come vittime. Un messaggio politico pericolosissimo.
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