Le prime ore del governo guidato da Mario Draghi si sono rivelate più complicate di quanto si potesse immaginare. Il primissimo banco di prova è stato il provvedimento che consentiva di riaprire gli impianti sciistici a partire da lunedì 15 febbraio, ma il ministro Roberto Speranza nella serata di domenica si è affrettato a firmare il divieto di apertura facendo così slittare il tutto al 5 marzo. Stagione finita, in sostanza. La decisione ha provocato immediatamente la dura reazione della Lega, che ha sottolineato la necessità di "un cambio di squadra a livello tecnico". I capigruppo Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari hanno chiesto in tal senso di abbandonare la linea adottata dall'ex premier Giuseppe Conte, ovvero di "annuncio la domenica e chiusura il lunedì".
Si è trattata della prima vera e propria grana per l'ex numero uno della Banca centrale europea, che per il momento continua a scegliere la strada del silenzio e a non occupare gli spazi del dibattito pubblico. Il problema è che al suo posto c'è chi ha già ripreso prepotentemente la scena, invocando il lockdown e gettando nel panico l'intero Paese. Si è saputo fin da subito: per Draghi si prospettano settimane tutt'altro che facili. Mesi all'insegna della costante ricerca di una sintesi che inevitabilmente provocherà più di qualche malumore tra i partiti che lo sostengono.
La linea del Pd
E così la maggioranza inizia ad azzuffarsi mentre il presidente del Consiglio è impegnato nella preparazione del suo discorso per ottenere la fiducia al Senato mercoledì e alla Camera giovedì. Dai rami del Parlamento dovrebbe ottenere numeri larghissimi, ma c'è da aspettarsi che il Partito democratico cambi radicalmente il modus operandi rispetto al Conte bis. "Quello aveva la nostra maggioranza. Questo è il governo di tutti. Quindi si torna a far politica e a far presente ogni cosa che non va bene", viene infatti sottolineato dagli ambienti del Pd. Tradotto: dal Nazareno non si faranno più sconti a Palazzo Chigi.
Nel frattempo Nicola Zingaretti e Matteo Salvini ieri sera hanno tenuto un incontro a Montecitorio "in un clima sereno e collaborativo", fanno sapere dallo staff del Carroccio. I due hanno parlato di lavoro, nello specifico del blocco dei licenziamenti, al fine di "affrontare in concreto e trovare punti di contatto per risolvere alcuni problemi in tema occupazione". Il leader della Lega ha fatto sapere che a stretto giro si vedrà anche con Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Italia Viva "perché dobbiamo lavorare insieme".
In realtà, scrive Tpi, Salvini e Zinga si sarebbero già sentiti durante la formazione del governo Draghi. "E allora si torna a far politica, ognuno ha le mani libere", sarebbe stato il loro ragionamento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.