Il Pd processa Sangiuliano corrispondente Rai a Parigi

L'ex ministro ritorna alla professione giornalistica. I pregiudizi dem: "Rinunci al livore e sia imparziale"

Il Pd processa Sangiuliano corrispondente Rai a Parigi
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Gennaro Sangiuliano torna in campo. Per la precisione, dalla terra francese: l'ex ministro del governo Meloni, costretto alle dimissioni per l'affaire Boccia, assumerà dal primo aprile 2025 l'incarico di responsabile della sede parigina della Rai.

Dopo un periodo di «pausa» forzata, Sangiuliano ritorna a pieno regime in Rai. L'incarico di Sangiuliano si inserisce in un giro di nomine e avvicendamenti nelle sedi europei della Tv di Stato. La giornalista Nicoletta Manzione, attuale capo della sede di Parigi, assumerà a sua volta l'incarico di corrispondente da Londra, e dal successivo primo giugno le verrà affidata la responsabilità della sede di corrispondenza. Marco Varvello, corrispondente sinora da Londra per la Rai e prossimo alla pensione, a quanto si apprende rientrerà in Italia a fine maggio per lo smaltimento delle ferie residue. Un valzer di nomine che «premia» con un ruolo di prestigio l'ex ministro della Cultura, che è stato direttore del Tg2 e vice direttore del Tg1. Laureato in Giurisprudenza e con un dottorato di ricerca in diritto internazionale, ha frequentato l'Alto istituto studi strategici (Iasd) ed è autore di diverse biografie di leader internazionali, tra cui Vladimir Putin, Donald Trump, Xi Jinping e Hillary Clinton. Nicoletta Manzione è stata direttore di Rai Parlamento ed ex caporedattore estero Tg1, già capo della sede Rai di Berlino.

Il periodo di ferie forzate per Sangiuliano è arrivato dopo il caso Boccia. Tranne qualche piccola apparizione per la presentazione del suo ultimo libro su Donald Trump, l'ex ministro era sparito dai «radar» pubblici. Una scelta dovuta alle polemiche fortissime per il suo rapporto con Maria Rosaria Boccia: l'ex consigliera del ministro che lo trascinò in uno scandalo politico sentimentale. Tutto inizia e si chiude nel giro di un mese: agosto. Sangiuliano finisce nel mirino per la nomina (mai formalizzata) di Maria Rosaria Boccia, con la quale ammetterà in un'intervista al Tg1 di aver avuto un rapporto di tipo sentimentale. La campagna di stampa è violentissima. Accompagnata anche dalle interviste di Boccia. Alla fine Sangiuliano molla e si dimette. Un caso che sfiora anche la presidente del Consiglio: Meloni va in tv al programma di Paolo Del Debbio difendendo il ministro. Che poi dopo due settimane è costretto alle dimissioni per fermare l'onda mediatica. Al suo posto al ministero arriva Alessandro Giuli. Chiusa la vicenda politica, resta quella giudiziaria. Sangiuliano ha denunciata la sua ex collaboratrice per lesioni in merito a un litigio avvenuto a Sanremo. La Procura di Roma nelle settimane scorse ha interrogato proprio Boccia. Cambiando poi i capi d'accusa: Il reato di violenza o minacce a corpo politico è stato modificato in stalking.

Restano a carico di Boccia le accuse di lesioni, interferenze illecite nella vita privata e diffamazione. Per Sangiuliano si ipotizza il reato di peculato, per alcune trasferte di Boccia insieme al ministro. Trasferte che però sarebbero state pagate con soldi privati e non con i fondi pubblici. Boccia nel frattempo è stata allontanata dal mondo politico ma continua la sua carriere di imprenditrice con qualche apparizione tv su La 7. Ora l'ex ministro prova a ripartire ma il Pd non depone le armi.

La caccia continua: «Ci auguriamo che Gennaro Sangiuliano abbia finalmente messo da parte il livore che ha caratterizzato il suo breve e fallimentare impegno politico e che sappia svolgere il ruolo di corrispondente Rai da Parigi con l'imparzialità che dovrebbe connotare ogni voce del servizio pubblico televisivo» Dalla sinistra arrivano gli attacchi. Dal centrodestra nessun messaggio di buon lavoro.

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