"Fare la quota cento soltanto per sbandierare lo scalpo Fornero mi sembra che non corrisponda a una scelta saggia per il Paese". Elsa Fornero torna a bocciare l'idea del governo gialloverde di applicare una "quota 100" a tempo indeterminato, cioè mantenuta nel tempo. "È molto difficile da realizzare perchè i costi sarebbero eccessivi", tuona l'ex ministro schierandosi al fianco del presidente dell'Inps, Tito Boeri, che nei giorni scorsi aveva quantificato i costi della riforma intorno ai 120 miliardi di euro. "Anche senza arrivare a cifre di questo tipo che sono molto impegnative - continua a polemizzare - io credo che non ci siano le condizioni finanziarie".
Amargine della festa del Foglio, la Fornero è tornata a demolire le soluzioni trovate dal governo Conte per sanare il nodo pensioni creata da lei stessa quando si trovava al governo con il premier Mario Monti. Di sicuro all'ex ministro del Lavoro non va giù la "quota 100". A suo dire il problema prima ancora delle condizioni finanziarie è ciò che questo vuol dire: "Vuol dire comunque spendere a debito risorse su pensioni e quindi sulla generazione più o meno anziana e sottrarle ad altri usi che sono più finalizzati alla crescita. Quindi - tuona la Fornero - mentre io comprendo il desiderio di molte persone di andare in pensione e capisco che questo possa essere ricercato e forse avrebbero già dovuto farlo anche prima, una volta allentati i vincoli finanziari, quello di cercare per alcuni di favorire una vita di uscita, come è stato fatto con l'Ape sociale, queste cose sono praticabili ed anche doverose; fare la quota cento - ribadisce l'ex ministro - soltanto per sbandierare lo scalpo Fornero mi sembra che non corrisponda ad una scelta saggia per il Paese".
Più in generale la Fornero si schiera contro l'intero impianto della manovra economica. "Vedo che gli unici a non essere preoccupati sembrano i nostri governanti - dice - almeno non tutti, alcuni sono preoccupati anche se poi non mi sembra che agiscano di conseguenza dando solo rassicurazioni e dicono 'se le cose andranno diversamente, correggeremo'". E continua: "La cosa poco credibile di questo 'correggeremo' è dire 'taglieremo la spesa'. Tagliare la spesa pubblica è un processo che chiede tempo perchè in effetti quello che la riforma delle pensioni aveva fatto era tagliare un pò di spesa pubblica.
Quindi - incalza ancora - adesso la stanno aumentando ed è difficile credere, se le cose non andranno come previsto, che dicano 'Taglieremo la spesa pubblica'. È molto difficile che questo venga fatto. Se questo non avviene è chiaro che noi andiamo incontro a un'instabilità finanziaria".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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