Peppa Pig è l'unica cosa capace di mettere d'accordo la sinistra

La puntata del cartone per bambini con una coppia arcobaleno andata in onda nel Regno Unito ha scatenato le proteste di Federico Mollicone (FdI) e le risposte compatte di tutti i partiti progressisti

Peppa Pig è l'unica cosa capace di mettere d'accordo la sinistra

Nella campagna elettorale italiana è esploso il Peppa-Pig gate. Dopo che la prima puntata del cartone più amato dai bambini in età prescolare con una coppia arcobaleno tra le protagoniste è andata in onda nel Regno Unito, il dibattito per la scelta degli autori britannici è arrivato in Italia e si è trasformato in un caso politico.

A sollevarlo, l'esponente di Fratelli d'Italia Federico Mollicone, responsabile cultura del partito della Meloni e candidato alla Camera in un collegio plurinominale nel Lazio. Soprattutto, Mollicone è in Commissione di Vigilanza Rai. Portandosi avanti rispetto alla possibile proiezione dell'episodio anche in Italia, Mollicone ha invitato la rete pubblica a non trasmetterlo accusando gli autori di "indottrinamento gender" (la tv pubblica non ha ancora i diritti di trasmissione in chiaro).

La controffensiva della sinistra non si è fatta attendere, vogliosa di levare gli scudi in difesa della maialina antropomorfa che nel regno di Sua Maestà è un simbolo e della sua amichetta orso polare, Penny Polar Bear, che vive con due mamme ("Una mamma fa il dottore, l’altra cucina spaghetti. E io adoro gli spaghetti", dice durante lo show).

Il fattore Peppa Pig, allora, è riuscito a far andare d'accordo la sinistra italiana che si accapiglia su qualsiasi cosa. Un collante inaspettato che ha stimolato le risposte di ogni esponente progressista che si rispetti: "Uno spettro si aggira per l’Italia: Peppa Pig. Il Paese è in pericolo", ha scritto +Europa, ironizzando sull'allarme lanciato da FdI e facendo riferimento allo "spettro che si aggira per l'Europa", il comunismo, dei tempi di Marx ed Engels. Il partito di Emma Bonino ha poi ricordato sui suoi profili social come i cartoni animati da sempre presentino la figura dei genitori senza porsi grandi limiti ideologici. Chissà cosa avrebbero detto se ci fosse stato, non so, qualche personaggio patriottico.

Poi l'altro affondo con riferimento Disney: "Chissà cosa accadrà quando Giorgia Meloni verrà a sapere dell’esistenza di Simba, adottato e cresciuto da un suricato e da un facocero, entrambi di genere maschile", si legge nel post. O ancora: "Le Tont, innamorato perso di Gaston" in La Bella e la Bestia, "Lady Oscar celebre per i suoi abiti 'maschili'. Ma soprattutto, chissà cosa accadrà quando verranno a sapere che le famiglie omogenitoriali esistono non solo nei cartoni animati, ma nella realtà".

Le puntualizzazioni sono state rilanciate da Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi-Sinistra: "Le famiglie arcobaleno esistono, e gli devono essere riconosciuti tutti i diritti. A questo punto, suggerisco a Meloni di eliminare Qui Quo Qua, i tre nipotini che crescono con Paperino".

Anche il papà (sperando non si offenda) del Ddl Zan, il deputato dem Alessandro Zan, definisce ironicamente "nuovo nemico" che "assedia la nazione", Peppa Pig che FdI vorrebbe lasciare nel suo Regno Unito. E infine, immancabile il tweet di Enrico Letta: "Domanda per Giorgia Meloni. Quindi Peppa Pig va censurata e il video della donna violentata a Piacenza va rilanciato senza limiti?".

Oltre a essere a dir poco distratti visto che la puntata in questione è andata in onda il 7 settembre ma la polemica l'hanno montata solo due giorni dopo quando a sollevare il caso è stato Mollicone (quindi la levata di scudi è di carattere politico contro FdI, non a favore di Peppa Pig e dei suoi autori), in un colpo solo la sinistra ha assoldato la maialina, il Re Leone, Lady Oscar, Qui Quo Qua (e fatto la solita retorica

scollegata). Peccato per loro che i protagonisti dei cartoni animati non abbiano diritto di voto, altrimenti avrebbero potuto raccogliere quei consensi che perdono ogni volta che gli italiani li sentono parlare di programmi.

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