"Più difficile fare giustizia". Ma Nordio blinda la riforma

La presidente di Cassazione Cassano chiede "rispetto reciproco". Il Guardasigilli: "La revisione è un dovere assunto verso gli elettori"

"Più difficile fare giustizia". Ma Nordio blinda la riforma
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La tensione è molto alta per la prossima approvazione della separazione delle carriere, con l'Anm che prepara lo sciopero del 27 febbraio e le proteste contro la riforma annunciate per oggi nelle Corti d'appello, in particolare a Napoli, dove sarà il ministro della Giustizia. In questo clima neppure la paludata cerimonia d'inaugurazione dell'anno giudiziario in Cassazione può ignorare lo scontro tra poteri in atto. Gli attori della disputa, d'altronde, sono tutti presenti, ognuno fermo sulle sue posizioni.

Siede in prima fila il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che guida anche quel Csm in cui tutte le correnti della magistratura hanno appena chiesto una pratica a tutela dell'intero ordine giudiziario, dopo le critiche del Guardasigilli in parlamento per l'opposizione al testo costituzionale.

E c'è proprio il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che difende «la riforma costituzionale in fieri, un dovere assunto verso gli elettori». Dice che «si presenta nuova, ma per quanto riguarda l'indipendenza e l'autonomia della magistratura, con una chiarezza cartesiana di rocciosa solidità. Ogni fantasia speculativa su variazioni futuribili è un'arbitraria interpretazione divinatoria. Il legislatore procederà senza esitazione, nella fiduciosa ma incondizionata acquiescenza al referendum popolare che suggellerà questo iter complesso».

Da parte sua, la prima presidente della Cassazione Margherita Cassano chiede maggiore «rispetto reciproco fra le varie istituzioni dello Stato, un vero e proprio patto per lo Stato di diritto». E avverte: «I dati restituiscono un'immagine della magistratura diversa da quella oggetto di abituale rappresentazione e posta a base di progetti riformatori. Una magistratura che, conscia delle sue responsabilità, cerca di assolvere al meglio i propri doveri con spirito di collaborazione».

Per il vicepresidente del Csm, il componente laico vicino alla Lega Fabio Pinelli, «quello giudiziario è un potere che si è espanso moltissimo negli ultimi 50 anni e oggi siamo in una fase di riequilibrio». La magistratura interviene legittimamente nel dibattito e porta il proprio contributo di competenza, spiega, «ma non deve divenire parte del conflitto».

Le altre relazioni sono del procuratore generale della Cassazione Luigi Salvato, dell'avvocato generale dello Stato Gabriella Palmieri Sandulli e del presidente del Consiglio nazionale forense Francesco Greco.

Lo stato attuale della giustizia che emerge è sempre preoccupante. Cassano, prima donna a ricoprire un ruolo così in alto, dà la buona notizia dei procedimenti pendenti in calo sia nel penale che nel civile in Cassazione, del 7,8%, ma poi sottolinea le condizioni delle carceri, dove suscita «sgomento» l'aumento dei suicidi: «Nel 2024 erano 83 -47 italiani e 36 stranieri-, cui vanno aggiunti 18 decessi per cause da accertare. Al 10 gennaio 2025 si sono verificati altri 5 suicidi e 2 decessi da indagare». Un accento sulle violenze sulle donne che sfociano troppo spesso in femminicidi: «Nel 2024, su 314 omicidi volontari (in calo dell'8% rispetto agli anni precedenti), quelli in ambito familiare o affettivo sono 151 e 96 hanno come vittima una donna. Dati allarmanti, espressione di una perdurante concezione della donna quale oggetto di possesso da parte dell'uomo».

Poi, il capitolo del lavoro irregolare, «una delle cause principali delle lesioni o delle morti sul lavoro».

Per la prima toga d'Italia «rendere giustizia» si è fatto più difficile e richiede al giudice di essere soggetto solo alla legge, rispettare la separazione dei poteri, collaborare lealmente con i vari organi dello Stato, con «senso di responsabilità e dell'autolimite».

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