È la prima missione ufficiale di Giorgia Meloni in Algeria, territorio dove si gioca una buona fetta della partita energetica italiana sul gas, tanto che con la premier c'è anche l'amministratore dell'Eni Claudio Descalzi. Una visita che arriva sei mesi dopo quella di Mario Draghi, quando il governo era nel pieno dell'attività di ricerca di fonti per affrancarsi dall'energia di Mosca. Ma la cornice della visita, fanno notare da Palazzo Chigi, è anche quel piano Mattei per l'Africa annunciato dalla premier durante il suo discorso di insediamento di fine ottobre alla Camera.
Meloni atterra nel pomeriggio nel Paese nordafricano. La questione migranti resta sottotraccia, la missione si muove sui binari dello sviluppo economico ed energetico. Nel primo semestre 2022 l'Algeria è diventata il primo fornitore di gas naturale dell'Italia, un partner fondamentale - il primo per il nostro Paese nel continente africano - per superare la dipendenza energetica da Mosca. Ad aprile Algeri aveva assicurato all'Italia una fornitura di 9 miliardi di metri cubi aggiuntivi di gas fino al 2024, di cui 3 miliardi già per questo inverno. A luglio, a ridosso della visita di Draghi, i vertici di Sonatrach, la società di Stato algerina che opera nel campo dell'energia, avevano anticipato l'invio di altri 4 miliardi di metri cubi aggiuntivi, numeri fondamentali nella strategia attuata dal governo Draghi per affrancare l'Italia dal Cremlino. Ad Algeri Meloni è accompagnata anche dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi, nell'ottica di un tessuto produttivo che guarda con favore al cosiddetto Piano Mattei. L'idea del premier sarebbe quella di creare uno «spazio di stabilità e di prosperità condivisa» nei Paesi africani, anche per affrontare in modo strutturale il problema delle migrazioni. La volontà del governo è di lavorare, filtra da Chigi, un tassello dopo l'altro, alla prospettiva di lungo periodo dell'Italia hub energetico del Mediterraneo - di gas ma anche di idrogeno verde - ponte decisivo fra Africa ed Europa.
La premier è stata accolta in aeroporto dal primo ministro algerino Aimen Benabderrahmane, ha depositato una corona di fiori al Monumento del Martire, visitato la nave della Marina militare italiana «Carabiniere» nel porto di Algeri, prima della cena tra i due primi ministri. Oggi l'omaggio a Enrico Mattei nei giardini intitolati al fondatore dell'Eni e inaugurati nel novembre 2021 alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La giornata è la più importante per la prevista firma degli accordi tra soggetti privati, 4 intese+1. Subito dopo in programma il pranzo nel Palazzo presidenziale, ma il rientro a Roma verrà anticipato di qualche ora rispetto alla road map iniziale, «per una serie di impegni che attendono Meloni» nella Capitale, chiariscono dallo staff del presidente del Consiglio.
Nel 2021 il valore dell'interscambio Italia-Algeria è stato pari a 7,33 miliardi di euro, di cui 5,57 miliardi di importazioni e 1,76 miliardi per le nostre esportazioni. Numeri, a causa della crisi energetica innescata dalla guerra, che sono destinati a salire.
E non solo sul fronte energetico: le imprese italiane che operano in Algeria sono circa 200, presenti soprattutto nell'industria della difesa e delle grandi opere. Ma si punta anche su «turismo, agricoltura e cantieristica», come riportano alcuni media algerini che oggi danno grandi risalto alla visita del premier italiano.
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