Centrodestra, c'è il programma: tasse, pensioni e immigrazione

Da tasse a pensioni e lavoro: ecco il decalogo. Il Carroccio apre al reddito di cittadinanza

Centrodestra, c'è il programma: tasse, pensioni e immigrazione

«C'è una maggioranza: andrò dal presidente della Repubblica con i nostri 10 punti più importanti, la riforma della scuola, del lavoro...». Il leader della Lega, Matteo Salvini, ieri ha precisato che l'impianto programmatico di un governo guidato dal centrodestra è prioritario rispetto alla premiership («Non è: o Salvini o la morte», ha ribadito).

Programma sì, ma quale? È la domanda che sorge spontanea dall'accenno a questi dieci punti. Da alcune ipotesi che Salvini ha enunciato si possono dedurre quali saranno le priorità su cui un esecutivo di matrice leghista comincerebbe a lavorare. «Chi ci ha votato ci ha dato fiducia per fare delle cose come l'abolizione della legge Fornero: vediamo in Parlamento chi ci sta», ha sottolineato aggiungendo che «io voglio cancellare la Fornero, lo spesometro, controllare l'immigrazione». Considerato che per il numero uno della Lega «gli M5s, a partire da Di Maio e Grillo, si sono dimostrati affidabili», è chiaro chi sia l'interlocutore privilegiato.

Il primo punto qualificante, dunque, sarebbe l'abolizione della riforma Fornero e la reintroduzione di un sistema a quote (età anagrafica + anzianità contributiva) per l'accesso al pensionamento. Su questo tema un'intesa con i pentastellati è possibile. Il secondo punto è attinente alla riforma fiscale come da programma del centrodestra: flat tax (al 15% per la Lega), chiusura delle liti pendenti, sterilizzazione delle clausole di salvaguardia sull'Iva e ritorno all'autonomia locale della riscossione.

Il terzo punto qualificante è il contrasto all'immigrazione clandestina con il sistema dei respingimenti. A questo si accompagnerebbe un rafforzamento delle misure di sicurezza nelle città. Anche su questo tema, in linea di principio, M5s non dovrebbe essere particolarmente ostile.

Un quarto punto d'incontro è rappresentato dagli incentivi all'inserimento (o reinserimento) di giovani e anziani nel mondo del lavoro. Nella logica del centrodestra questo punto è stato indicato sempre come un sistema di decontribuzione totale per facilitare le assunzioni. E in questo senso sembra pensarla anche Salvini nel rivolgersi ai Cinque stelle: «Se il reddito di cittadinanza fosse pagare la gente per stare a casa, dico di no ma se fosse uno strumento per reintrodurre nel mondo del lavoro chi oggi ne è uscito, allora sì».

Analogamente dirimente è la questione dei rapporti con l'Europa. La revisione dei Trattati, perseguita tanto da Lega quanto da M5s, appare chimerica, ma è praticabile una «sterzata» nell'indirizzo politico, da attuarsi con i buoni uffici di Forza Italia e concomitante con l'insediamento della nuova Commissione nel 2019.

Un governo ispirato al programma del centrodestra riprenderebbe in mano il dossier delle grandi opere, magari con una gradazione diversa rispetto all'inizio e con un focus maggiore sull'infrastrutturazione dei porti del Mezzogiorno.

In chiave meridionalista si possono leggere l'impegno per l'autonomia (con la dislocazione dei ministeri nelle varie Regioni), per il rafforzamento dei poteri di Roma Capitale e per la creazione di una zona franca fiscale al Sud. Anche una correzione della «Buona scuola» di Renzi avrebbe chance di gradimento. Più difficile, in questa prospettiva, attuare una riforma della giustizia assieme ai grillini (notoriamente filo-magistrati).

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