Il piano Gaza degli Usa: "Governo di Onu e Anp. Sì allo Stato palestinese"

Blinken sul futuro della Striscia. Ma il nuovo capo del Pentagono: "Sostengo la guerra di Israele"

Il piano Gaza degli Usa: "Governo di Onu e Anp. Sì allo Stato palestinese"
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Antony Blinken presenta il piano per ricostruire e governare Gaza dopo la guerra, che l'amministrazione di Joe Biden consegnerà al team di Donald Trump, mentre il presidente uscente e quello entrante dovranno condividere un eventuale accordo nella Striscia, anche se ciascuno di loro spera di mettere il proprio sigillo su un risultato che si attende da 15 mesi.

Parlando all'Atlantic Council a Washington, Blinken sottolinea che «la palla è nel campo di Hamas per arrivare ad una tregua e al rilascio degli ostaggi. Se lo accetta, l'accordo è pronto per essere concluso e attuato». Il piano Usa prevede che l'Autorità Nazionale Palestinese gestisca Gaza nel dopoguerra insieme alle Nazioni Unite, e inviti i «partner internazionali» ad istituire un'autorità di governo provvisoria per gestire servizi essenziali e supervisionare il territorio. Allo stesso tempo altri partner, in particolare gli Stati arabi, fornirebbero forze (insieme a quelle palestinesi) per una missione di sicurezza ad interim. E Israele, a suo parere, deve accettare un percorso verso lo stato palestinese «legato ad un calendario e basato su condizioni».

La normalizzazione dei rapporti con i sauditi è la «miglior opportunità per raggiungere l'obiettivo a lungo ricercato da Israele di una maggiore integrazione» in Medio Oriente, spiega Blinken, ma «è anche il migliore incentivo per le parti a prendere le difficili decisioni che sono necessarie per realizzare pienamente le aspirazioni sia degli israeliani che dei palestinesi».

«La leadership di Hamas è stata decimata, gli attacchi di Teheran sono stati sventati, la risposta di Israele ha demolito la difesa aerea iraniana dando un messaggio molto chiaro di deterrenza - dice ancora - Hezbollah è ormai l'ombra di se stesso con i vertici eliminati e le infrastrutture distrutte». Tuttavia, avverte, «abbiamo da tempo sottolineato al governo israeliano che Hamas non può essere sconfitto solo da una campagna militare. Senza una chiara alternativa, un piano post-conflitto e un orizzonte politico credibile per i palestinesi, Hamas, o qualcosa di altrettanto abominevole e pericoloso, tornerà a crescere». Oltre al fatto che «abbiamo la responsabilità di garantire che le conquiste strategiche degli ultimi 15 mesi durino e gettino le basi per un futuro migliore».

Trump e Biden hanno entrambi detto di essere ottimisti sul fatto che un cessate il fuoco tra Israele e Hamas possa essere concordato entro pochi giorni, mettendo in pausa la devastante guerra a Gaza. Ed entrambi sperano di incassarne il merito. L'intesa «sta per essere raggiunta» secondo il presidente uscente, che vorrebbe annoverare il successo come ultimo atto (cruciale) del suo mandato alla Casa Bianca.

Ma il merito sarà in ogni caso da dividere con il successore, visto che la svolta è avvenuta nelle trattative a cui hanno partecipato l'emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani, il capo del Mossad David Barnea e l'inviato scelto dal tycoon in Medio Oriente, Steve Witkoff. «Siamo molto vicini - afferma The Donald con Newsmax - Ho capito che c'è stata una stretta di mano e che stanno completando il tutto, forse entro la fine della settimana».

D'altronde, anche il consigliere per la sicurezza nazionale di Biden, Jake Sullivan, insiste sullo «stretto coordinamento» tra l'amministrazione democratica uscente e quella repubblicana entrante.

Intanto, il candidato al Pentagono di Trump, Pete Hegseth, nell'audizione di conferma al Senato spiega che «sono cristiano e sionista e sostengo con forza lo stato di Israele e la sua guerra esistenziale a Gaza».

«Supporto con forza - aggiunge - che Israele distrugga e uccida fino all'ultimo membro di Hamas».

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