Il piano per i balneari: indennizzi e gare rinviate

La bozza di Palazzo Chigi per l'Ue: proroghe fino a tutto il 2025. L'ipotesi 2030 per alcune regioni

Il piano per i balneari: indennizzi e gare rinviate
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Il giorno dopo la mezza serrata dei balneari, spunta il piano del governo sulle gare per riorganizzare il settore. In sintesi, la bozza allo studio dell'esecutivo - anticipata dal Sole24Ore - da negoziare con l'Unione Europea, prevede una prima proroga delle concessioni in essere fino al 31 dicembre del 2025. Quindi, dopo la mappatura delle coste, dovrebbe essere la volta dei nuovi termini. Fino al 31 dicembre 2027 nelle regioni in cui la percentuale delle spiagge libere risulterà inferiore al 25% e fino alla fine del 2029 dove le spiagge libere saranno più del 25% del totale. Per il momento, le attuali concessioni sono da considerarsi valide fino al 31 dicembre di quest'anno. Poi partirà la trattativa con Bruxelles, che chiede all'Italia di applicare la cosiddetta «direttiva Bolkestein» del 2006, mettendo a gara le concessioni degli stabilimenti balneari. In realtà la strada per il riordino è stretta, dato che l'Unione Europea, con un parere inviato a Roma a novembre, ha sottolineato che quello era l'ultimo passaggio prima di un possibile deferimento alla Corte di Giustizia Ue. Il primo nodo da affrontare per il governo è la mappatura delle coste italiane. Uno schema da mettere appunto con un Dpcm della premier entro il 30 aprile del 2025. Da lì si procederà a definire le proroghe, regione per regione. Dove la superficie ancora concedibile risulterà inferiore al 25% le concessioni saranno valide fino alla fine del 2027. Nelle regioni dove la quota ancora disponibile sarà superiore al 25% si arriverà fino al 31 dicembre del 2029. Quindi, con il sì a questa bozza, le gare per le vecchie concessioni cominceranno a partire dal 2030. Anche se l'allungamento delle proroghe in base alla disponibilità di superficie da poter mettere subito a gara, aveva già suscitato dubbi da parte della Commissione europea. Il senatore del M5s Marco Croatti, infatti, ne approfitta e parla subito di «soluzioni già bocciate da numerose sentenze in Italia e in Europa: ossia irricevibili ipotesi di nuove proroghe, di indennizzi, di prelazioni per i concessionari uscenti». Da Fratelli d'Italia risponde la senatrice Domenica Spinelli: «La sinistra prosegue con le sue posizioni strumentali ed incoerenti solo per attaccare il governo». «Il Pd sostiene tutto ed il contrario di tutto e ha già dimostrato in passato di essere incapace di tutelare i balneari», dice il senatore di FdI Marco Lisei. Dal centrodestra fanno notare le spaccature nel cosiddetto campo largo. Con il Pd che ha chiesto una legge quadro e Avs e +Europa che spingono per mettere subito a gara le concessioni.

Intanto i balneari, dopo le due ore di sciopero a macchia di leopardo di venerdì, hanno, per il momento, annullato le due mobilitazioni previste per il 19 agosto e il 29 agosto. Gli altri nodi sono prelazioni e indennizzi. Con i gestori che, in mancanza di altre offerte, potranno esercitare un diritto di prelazione e rinnovare la concessione per altri sette anni.

In caso di altri candidati, l'uscente potrebbe esercitare una seconda prelazione, accettando i termini dell'offerta risultata vincente. Mentre, nel caso di perdita della concessione, i titolari avrebbero comunque diritto a un indennizzo da quantificare tramite una perizia. Il governo va avanti sui balneari e già a settembre potrebbero esserci novità.

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