Piano per i rimpatri. L'esecutivo rilancia i centri in Albania. "Una via innovativa"

Vertice operativo con quattro ministri. Si andrà avanti con l'ombrello dell'Ue

Il centro migranti italiani nel porto di Shengjin, in Albania
Il centro migranti italiani nel porto di Shengjin, in Albania
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Il governo Meloni spinge sul progetto Albania per fermare trafficanti e immigrazione illegale. I trasferimenti nei due centri albanesi Schengjin e Gjader ripartiranno nei primi mesi del 2025.

Appena dopo il verdetto della Corte Ue atteso a inizio febbraio. A dare la spinta all'esecutivo la recente sentenza della Corte di Cassazione, sul caso di cittadino tunisino a cui è stata rigettata la richiesta di protezione internazionale, che ha stabilito come la competenza di individuazione dell'elenco dei Paesi sicuri spetti al governo. Ma soprattutto il giudice non può sostituirsi al ministero per gli Affari esteri. C'è un altro passaggio politico, che rema a favore del governo Meloni: al Consiglio europeo di due giorni fa la presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen ha annunciato che «la Commissione europea presenterà a marzo la sua nuova proposta legislativa sui rimpatri dei migranti irregolari giunti nell'Ue e che non hanno diritto all'asilo». Ma soprattutto ha insistito sulla linea italiana, parlando di «modi innovativi» di gestire l'immigrazione irregolare e per precisare il concetto dei centri per i rimpatri («hub di rimpatrio») in Paesi terzi sicuri. Due passaggi che hanno spinto il presidente del Consiglio Meloni a riunire ieri un vertice con i ministri dell'Interno Matteo Piantedosi, Difesa, Guido Crosetto, Esteri, Antonio Tajani, degli Affari europei e Pnrr Tommaso Foti e i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari. Un mini-Cdm per mettere a punto il piano per la ripartenza delle navi verso l'Albania. Dunque la volontà dell'esecutivo è di non fare alcuna marcia indietro sul progetto Albania: «Abbiamo ribadito il nostro impegno a seguire un percorso che anche l'Unione europea ha riconosciuto. Andremo avanti per contrastare i trafficanti di esseri umani nel rispetto delle norme comunitarie. Le soluzioni innovative sono state apprezzate e vengono apprezzate anche da altri Paesi. Abbiamo avuto una sentenza della Corte che conferma la bontà delle scelte del governo, quindi continueremo a lavorare in questa direzione con grande serenità con grande serietà» spiega il ministro degli Esteri Antonio Tajani. «Anche alla luce della recente sentenza della Corte di Cassazione che ha indicato le competenze relative all'individuazione dei Paesi di origine sicura a livello nazionale, il vertice, spiega la nota, ha ribadito la ferma intenzione di continuare a lavorare, insieme ai partner Ue e in linea con le conclusioni del Consiglio europeo dello scorso 19 dicembre, sulle cosiddette soluzioni innovative al fenomeno migratorio» si legge nella nota di Palazzo Chigi. La presidente Meloni «ha inoltre condiviso il forte consenso che è emerso in questo senso, anche in occasione della riunione promossa insieme ai Primi Ministri danese e olandese con gli Stati membri più interessati al tema, a margine dello scorso Consiglio europeo».

Della volontà di riaprire le porte dei centri in Albania aveva parlato anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi nell'intervista al Corriere della Sera: «I centri per migranti in Albania sono pronti e saranno molto utili per velocizzare le procedure di riconoscimento della protezione a chi ne ha diritto, ma soprattutto del rimpatrio di chi non ne ha diritto. La recente sentenza della Cassazione ha confermato la possibilità di una prossima riattivazione dei centri che valuteremo proprio a partire da questo vertice».

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