Il piano della Lega per guidare la Ue insieme al Ppe. Ed è boom di firme sul nodo giustizia

"Vogliamo diventare il secondo gruppo e scalzare i socialisti". Telefonata Giorgetti-Fontana. Salvini frena sul partito unico: "Non ci lavoriamo"

Il piano della Lega per guidare la Ue insieme al Ppe. Ed è boom di firme sul nodo giustizia

«Con il Manifesto siglato nei giorni scorsi possiamo uscire dall'isolamento e ambire ad essere il secondo Gruppo per numero di parlamentari in Europa. Vogliamo dialogare con il Ppe per avere nelle Istituzioni europee lo stesso schema che governa già in tanti Stati membri. Scontato il subbuglio creato tra i socialisti di tutta Europa che temono di perdere la loro influenza nelle istituzione Ue. Noi lavoriamo per crescere e far prosperare l'Europa sulla base di valori comuni: questo è il faro che ci guida». Lo ha detto ieri il responsabile Esteri della Lega, Lorenzo Fontana, dopo una telefonata con il ministro Giorgetti, che ha convenuto sulla questione.

Matteo Salvini, ieri in Puglia, ha però chiarito: «Non stiamo lavorando a partiti unici. I partiti sono figli di un percorso e di una condivisione di valori, non di esperimenti fatti dalla sera alla mattina. La Federazione di centrodestra cui stiamo lavorando è questa: lavorare insieme per riformare la giustizia, tagliare le tasse, difendere gli italiani dall'immigrazione clandestina e dall'eccesso di burocrazie». Insomma, Federazione sì, con intenti comuni, ma ogni realtà con la propria identità. Ieri la Lega è riuscita a portare a casa anche l'assenso dell'ex presidente dell'Anm Luca Palamara, il cui nome è al centro del terremoto che ha aperto il vaso di Pandora della magistratura italiana, che a sorpresa firmerà per i sei referendum sulla giustizia proposti da Radicali e Lega. Tra i vip che hanno aderito all'iniziativa ci sono Rita Dalla Chiesa, Hoara Borselli, ma anche direttori, vicedirettori e giornalisti dei principali quotidiani italiani, come Augusto Minzolini, Nicola Porro, Alessandro Sallusti, Francesco Storace, Maria Giovanna Maglie, Maurizio Belpietro, Paolo Del Debbio, Mario Giordano, David Parenzo, Gaia Tortora.

E ancora Simonetta Matone, magistrato e candidata a Roma in duo con Enrico Michetti. Giulia Bongiorno lo farà nei prossimi giorni. Lo chef e volto tv Alessandro Circiello sarà oggi a Ostia. Il governatore del Friuli Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, ha aderito a Trieste.

Nei primi due giorni di gazebo aperti (circa 1.500 in tutta Italia) gli italiani hanno fatto a gara per dare il loro benestare alla consultazione popolare con sei differenti quesiti sulla giustizia. Un conteggio delle firme raccolte si potrà avere solo stasera, ma è stato assalto ai gazebo con code molto lunghe, per tutta la giornata di ieri.

L'Italia sta dando un segnale chiaro: il Paese vuole una giustizia che sia reale, snella, giusta, ma che soprattutto non sia in mano al super potere dei giudici schierati. Insomma, fuori i colori politici da procure e tribunali.

Per raccogliere almeno un milione di firme si avranno circa due mesi e mezzo. E c'è già chi scommette che i proponenti riusciranno nel loro intento, tanto gli argomenti stanno a cuore alla gente.

Ieri hanno firmato anche i ministri Erika Stefani, Massimo Garavaglia e Giancarlo Giorgetti, il governatore Attilio Fontana e molti altri politici della Lega. Luca Zaia e altri andranno invece oggi ai gazebo. Matteo Salvini firmerà non appena rientrato a Milano. Il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha spiegato al Corriere della Sera che «i referendum riprendono temi da noi sempre sostenuti e possono essere un'utile sollecitazione al Governo e Parlamento per la riforma della giustizia.

In questo spirito, gli azzurri partecipano alla raccolta di firme». E infatti Licia Ronzulli (Fi) ha partecipato a un gazebo congiunto con Salvini e ha firmato i referendum. Per l'Udc il segretario Lorenzo Cesa firmerà nelle prossime ore, mentre il presidente De Poli l'ha già fatto.

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