Mentre la Nato autorizza Kiev a utilizzare armi occidentali nell'operazione Kursk, la Russia starebbe addestrando la sua Marina a colpire 32 obiettivi in Europa con missili a capacità nucleare nel caso di un'escalation. È quanto emerge da un articolo del Financial Times, entrato in possesso di documenti militari russi, compilati tra il 2008 e il 2014. Il dossier comprende un elenco di obiettivi per missili che possono trasportare testate convenzionali o armi nucleari tattiche, e sottolinea che la versatilità dei mezzi della marina consente di condurre «azioni improvvise e preventive e massicci attacchi missilistici da varie direzioni». Tra le pagine emerge inoltre che le armi nucleari possono essere utilizzate «in combinazione con altri mezzi di distruzione per raggiungere gli obiettivi della Russia».
Le mappe illustrano un campione di trentadue target Nato in Europa per le flotte navali russe di stanza nel Mar Nero e nel Mar Baltico. Top secret sulle basi operative, che potrebbero essere quelle di Ochamchira, Baltijsk e Feodosia. I bersagli della flotta russa si trovano in gran parte in Norvegia e in Germania, compresa la base navale di Bergen, oltre a siti radar e strutture delle forze speciali. La flotta di Mosca potrebbe colpire anche più in profondità, prendendo di mira obiettivi industriali della difesa, come il cantiere navale per sottomarini di Barrow-in-Furness, nel nord-ovest dell'Inghilterra, e siti industriali a ridosso di Hull, nello Yorkshire. Putin del resto considera le nazioni europee che sostengono l'Ucraina «piuttosto indifese, e dovrebbero essere consapevoli del gioco a cui stanno giocando. Ma quando lo capiranno sarà troppo tardi».
La Russia ha quindi immaginato ben 16 anni fa, mentre lo zar del Cremlino chiedeva che Mosca entrasse nell'Alleanza atlantica (la sua proposta fu respinta), un conflitto con l'Occidente che si estendesse ben oltre i confini immediati della Nato, pianificando una serie di attacchi in tutta l'Europa occidentale. Gli analisti che hanno esaminato i documenti sostengono che siano coerenti con il modo in cui la Nato ha valutato la minaccia di attacchi missilistici a lungo raggio da parte della marina russa e la velocità con cui la Russia probabilmente ricorrerebbe all'uso del nucleare.
Che i piani del dossier possano rappresentare ancora oggi una minaccia emerge dagli ordini impartiti da Putin, che a gennaio ha chiesto la rimodulazione delle forze navali, affidando la guida delle operazioni all'ammiraglio Aleksander Moiseyev. Una laurea in ingegneria e una specializzazione in combattimento e controllo nella guerra elettronica, Moiseyev è stato comandante della divisione strategica dei sottomarini della Flotta baltica del Nord. Sotto la sua guida sono stati condotti con successo test delle armi più recenti e simulazioni di attacchi missilistici verso l'Occidente. L'uomo giusto per riprendere in mano i documenti «desecretati» dal Financial Times e aggiornarli.
Va anche detto che la flotta navale russa nel Mar Nero è stata messa più volte in difficoltà dalla marina di Kiev. L'elenco delle navi colpite dagli ucraini dall'inizio dell'aggressione russa è molto lungo (circa 30) e ha uno dei suoi capitoli più importanti nell'affondamento dell'incrociatore Moskva, la nave ammiraglia di Putin che fu distrutta nell'aprile del 2022.
Mosca tuttavia mantiene una formidabile forza navale, soprattutto per quello che riguarda
la dotazione di sottomarini di ultima generazione. Quattro dei 14 nucleari si trovano attualmente nelle acque del Mar Nero. Altri due nel Mar Baltico, nella base principale a Baltijsk e a Kronstadt, nel Golfo di Finlandia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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