
Nucleare, dazi, burocrazia europea e green deal. Il presidente di Confindustria Emanuele Orsini (in foto) non ha risparmiato argomenti nel suo intervento al congresso della Lega a Firenze. «Sul nucleare, certo che è un sì, ma va fatto subito, ci vuole coraggio. È l'unico modo per salvare l'industria italiana», ha detto. Del resto la situazione si sta facendo parecchio difficile per le imprese italiane, strette fra un costo dell'energia insostenibile e la mazzata dei dazi imposti dal presidente americano Donald Trump. «Non facciamoci prendere dal panico», ha detto a riguardo Orsini, fa impressione «vedere che Wall Street in due giorni brucia 5mila miliardi e Piazza Affari vale 47 miliardi in meno. Attenzione però, e mi rivolgo ai risparmiatori, soprattutto i piccoli, c'è qualcuno che in questi crolli ci sta guadagnando». Di qui l'invito a tutte le grandi istituzioni ad avere un approccio pragmatico: «Abbiamo la necessità di dialogare con gli Stati Uniti, serve negoziare tutti insieme in Europa». Gli spunti per farlo, del resto, non mancano: «Il negoziato lo possiamo fare sul big tech e sull'acquisto del gas».
Non si dimentichi, come ulteriore elemento di cautela, che «l'80% delle armi di difesa europea l'acquistiamo dagli Stati Uniti». Rompere le relazioni potrebbe perciò non essere conveniente. Allo stesso modo, l'Europa deve fare tutto il possibile per rendersi più attrattiva, dal momento che l'intento dei dazi è proprio quello di spingere le aziende a produrre negli Usa (e molte imprese ci stanno pensando). «Il rischio di perdere posti di lavoro e di delocalizzazione esiste, pertanto serve da subito fare tutto per mantenere le nostre imprese in Italia» ha esortato il presidente degli industriali. E ancora: «Serve un piano strategico di investimenti, destinato all'innovazione delle imprese, serve abbassare il costo dell'energia che è un gap competitivo persino verso partner europei, serve aprire nuovi mercati da subito come il Mercosur e l'India e liberare l'Europa dalla burocrazia. Penso ad esempio ai dazi imposti all'auto del 25%, che ci obbliga da subito a eliminare le sanzioni e a rivedere tutti gli obiettivi del Green Deal». Secondo Orsini serve «fermare la burocrazia europea, non c'è più tempo». Una zavorra che secondo Confindustria non è accettabile: «Abbiamo costruito 13mila norme in 5 anni, dove gli Stati Uniti ne hanno fatte 3.500. La Gdpr, la legge per la privacy, è importante ma - ha denunciato Orsini - costa l'8% dei ricavi. Siamo in un mercato dove dobbiamo competere geopoliticamente con gli Stati Uniti e i cinesi.
Vogliamo la responsabilità sociale, noi la vogliamo fare, la sappiamo fare, ma se lottiamo con quelli che non hanno la responsabilità sociale o noi siamo in grado di cambiare loro, oppure siamo finiti. Per mettere al centro l'impresa, anche in Italia, oggi serve un piano straordinario per le imprese».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.