Piazze trumpiane ma "diversamente". Tra Lega e 5s un asse che agita la politica

Il corteo e il congresso celebrati nel segno del presidente Usa. Grillini e leghisti "in concorso" possono spostare gli equilibri

Piazze trumpiane ma "diversamente". Tra Lega e 5s un asse che agita la politica
00:00 00:00

Sabato scorso in Italia c'erano due piazze trumpiane o, meglio, diversamente trumpiane proprio mentre al di là dell'oceano centocinquanta manifestazioni contestavano la politica di Donald il rosso. La Lega, nei fatti ha celebrato un congresso nel nome del presidente Usa. Neppure un distinguo sulla posizione sull'Ucraina, né tantomeno sulla politica dei dazi visto che sul palco è ritornata l'illusione di un negoziato bilaterale Washington-Roma. Sull'altro versante, la piattaforma della manifestazione grillina sulla pace e sull'Ucraina potrebbe tranquillamente sovrapporsi alla politica di Trump. Sui dazi, invece, cioè dell'argomento del momento, non c'è stato nessun accenno, ma se si rileggono i ragionamenti di questi giorni di Giuseppe Conte si riscontra un paradosso: più che criticare The Donald che è messo sotto teca come se fosse una reliquia sacra, il leader grillino spara sulla Meloni. Insomma, la narrazione Cinquestelle sui dazi del presidente Usa mette sul banco degli imputati il presidente del consiglio italiano. E francamente timida o prudente che sia la Meloni non ha sicuramente nessuna colpa delle follie trumpiane.

Insomma, le affinità che portarono al governo giallo-verde della scorsa legislatura stanno piano piano tornando a galla. Scopertissime nell'area leghista, che fa di tutto per dare l'immagine di un legame quasi simbiotico con il nuovo corso di Washington accompagnandolo con una polemica gridata contro l'Europa. I grillini, invece, sono più cauti a non mettere in luce il collegamento antico tra «Giuseppi» e The Donald e si concentrano su pace, armi per descrivere la politica di Trump come una risorsa, mentre additano Ue e Bruxelles come il problema. Dietro l'approccio trumpiano ovviamente c'è anche un calcolo casalingo. Leghisti e grillini puntano sul presidente americano per allargare la loro sfera di influenza.

Salvini lo fa in maniera sfacciata quasi a dispetto della Meloni. Il primo a lanciare la campagna per riportare il leader della lega al Viminale è stato addirittura il braccio destro in Italia di Elon Musk, Andrea Stroppa. E anche negli allarmi lanciati su terrorismo e immigrazione dallo stesso miliardario americano nell'intervento al congresso leghista traspare una sorta di sponsorizzazione per Salvini ministro dell'Interno. Una sponsorizzazione che il 95% della Lega ha fatto propria. Il gioco di Conte, invece, è più accorto, più nascosto. The Donald non è per nulla ben visto a sinistra. È considerato un gatto nero. Solo che se nelle elezioni del 2027, o quando saranno, Trump fosse ancora in sella e lo schieramento di sinistra avesse qualche chance di vittoria il leader 5stelle potrebbe giocare la carta di essere l'unico in quel consesso a cui l'uomo della Casa Bianca non sbatterebbe il telefono in faccia. E in fondo «Giuseppi», per predisposizione d'animo e per nostalgia, un pensierino su Palazzo Chigi continua ad accarezzarlo. Del resto all'epoca ci arrivò per caso e potrebbe ritornarci per caso. Infine Trump, il convitato di pietra?All'inquilino della Casa Bianca questo stato di cose non dispiace affatto. Senza muovere un dito riesce a condizionare sia la maggioranza di governo, sia l'opposizione del Belpaese. Non potrebbe desiderare di più. Abbiamo un paese imballato: mentre a Bruxelles, Parigi, Berlino, Madrid si assumono posizioni chiare su armi, Ucraina e dazi, con maggioranze ampie, da noi ci si arrovella o si ricorre a qualche emendamento o a un lessico da azzeccagarbugli alla ricerca di una terza via perché un pezzo di maggioranza condiziona il governo e un pezzo di minoranza l'opposizione.

Non siamo di certo una quinta colonna trumpiana in Europa, la Meloni non è tipo, ma i «diversamente trumpiani», in concorso, possono trasformarsi nei tipici granellini di sabbia che possono inceppare o ritardare i delicati ingranaggi di Bruxelles.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica