Piccoli geni, storie di giovanissimi fenomeni

Da Leonardo, maestro di scacchi a 10 anni, a Giulio, che a 11 andrà alle superiori. Storie di giovanissimi fenomeni. E di come si coltiva il talento

Piccoli geni, storie di giovanissimi fenomeni
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È diventato maestro di scacchi a 11 anni non ancora compiuti. Il nuovo astro nascente del nobil giuoco è di Bergamo e si chiama Leonardo Vincenti, classe 2012: nella sua breve attività agonistica alla scacchiera ha già polverizzato un paio di record ed è ora nella top 20 al mondo nella categoria under 12. Il baby re della scacchiera ha conquistato il titolo in un recente torneo internazionale a Budapest, dove si è prodotto in una performance che gli permetterà di superare, al prossimo aggiornamento delle classifiche, la soglia dei 2.200 punti elo (il sistema che quantifica la forza di un giocatore). Per inciso: il livello medio, secondo calcoli effettuati anni fa e pubblicati da una rivista di settore, si pone intorno ai 1.600, mentre i top player veleggiano oltre i 2.700. L'ascesa del ragazzino bergamasco è stata velocissima: si è appassionato al gioco nel 2020, si è allenato durante la pandemia e il lockdown e ha disputato il primo torneo nell'aprile del 2021. Da allora, prendendo parte con entusiasmo a una quantità di eventi in Italia e all'estero, e studiando con l'aiuto di validi istruttori, ha bruciato ogni tappa. La rapidità dell'ascesa del giovanissimo campione non ha molti precedenti. L'attuale numero uno al mondo, il norvegese Magnus Carlsen, sfondò quota 2.200 nel 2002, quando aveva dodici anni (il sistema comunque all'epoca era regolato da criteri leggermente diversi). Anche il grande maestro italoamericano Fabiano Caruana, che da tempo è tornato a giocare per i colori degli Stati Uniti e che nel 2018 giocò con Carlsen un match per il Campionato del mondo, vi riuscì nel 2005 a dodici anni.

In Italia Leonardo è in buona compagnia: in base alla statistica dell'università di Pavia, i bambini con un'intelligenza superiore alla media sono almeno 5 su 100, quindi si potrebbe dire un bambino in ogni classe. Ma non tutti vengono capiti o riescono a esprimere appieno la propria dote. Quelli che sono «sbocciati», ognuno nel suo talento, hanno avuto attorno genitori o insegnanti che ne hanno colto il quid e li hanno aiutati a coltivarlo.

Tra questi c'è Morgan Icardi, 14 anni, tra i più giovani pianisti e direttori d'orchestra del mondo, formato alla Scuola civica Claudio Abbado di Milano. Un talento artistico che giudica la Terza sinfonia di Brahms un «capolavoro di una complessità unica» ma che sostiene non esista la musica spazzatura. Poi c'è Giulio, 11 anni, originario di Galatone (Lecce) con un quoziente intellettivo di 146. Ha finito le elementari e da settembre frequenterà alcune ore di algebra e matematica accanto agli studenti delle superiori: è il primo bambino italiano a cui viene data questa possibilità. I genitori e gli insegnanti sono stati bravi a valorizzarlo e a non farlo fossilizzare nella noia seguendo solo i programmi scolastici dei suoi coetanei. Lorenzo Figurella, originario di Foggia, a 9 anni si è rivelato un campioncino di matematica e ha vinto il premio nazionale Kangourou nella categoria pre écolier e ha gli occhi di chi il mondo se lo vuole divorare con progetti e chissà cos'altro.

Chi ha quella marcia in più spesso confluisce nei progetti del laboratorio dell'università di Pavia, teso a valorizzare, stimolare e dare libera espressione ai bambini iper intelligenti. E soprattutto evitando che si annoino nella scuola tradizionale rischiando di spegnere il loro talento.

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