Pichetto: "Tavolo Automotive entro il 28 giugno. Preoccupati per l'impatto ideologico sul lavoro"

Il viceministro al Mise: "Spero si arrivi a un meccanismo che eviti il disastro"

Pichetto: "Tavolo Automotive entro il 28 giugno. Preoccupati per l'impatto ideologico sul lavoro"

«Con il ministro Giancarlo Giorgetti entro il 28 giugno sarà convocato il Tavolo Automotive», così Gilberto Pichetto, viceministro allo Sviluppo economico, risponde alla sollecitazione dei sindacati di riunire al più presto le parti in causa allo scopo di trovare una posizione unitaria rispetto al voto dell'Europarlamento che prevede una mobilità solo elettrica dal 2035. «Guardo con preoccupazione la deriva ideologica uscita dal voto di Strasburgo - afferma Pichetto al Giornale -: una scelta a senso unico che non tiene conto dei percorsi alternativi e di quanto si sta facendo, per esempio, sul fronte dell'idrogeno e dei carburanti sintetici, considerando che il trasporto pesante non potrà basarsi solo sull'elettrico».

Il 28 giugno è importante in quanto, proprio quel giorno, si riunirà il Consiglio europeo che con la Commissione e il Parlamento costituisce il cosiddetto «trilogo». Il tema del «tutto elettrico», contestuale allo stop alle produzioni degli altri motori dal 2035, sarà così affrontato dai vari governi. Tutti appuntamenti che si preannunciano caldi. «Auspico - aggiunge il viceministro - che si arrivi a un meccanismo che scongiuri il disastro ai danni del nostro settore manifatturiero. L'Italia è il ventre molle dell'Ue essendo dipendente da altri dal punto di vista energetico. Il Tavolo deve proseguire sulla strada impostata con le associazioni e i sindacati che ha portato allo stanziamento, a ora, di 8,7 miliardi per accompagnare la filiera nel processo di transizione. Una linea, quella di affiancare le aziende, che l'Ue avrebbe dovuto applicare».

Secondo Pichetto, il piano «Fit for 55» trova soprattutto la sponsorizzazione di Paesi che non hanno problemi di tipo energetico, tra centrali nucleari e disponibilità di fonti rinnovabili, come nel caso del Nord Europa. «Per quanto mi riguarda - precisa il viceministro al Mise - credo fortemente nell'adozione del nucleare. E ritengo non basti fissare il cosiddetto tetto sul gas a livello Ue. Se siamo tutti della stessa famiglia occorre convergere su un conto unitario: perché in certi Paesi l'energia costa tot e in altri, come il nostro, molto ma molto di più? Sono tutti problemi da risolvere, proprio alla luce di quanto è stato votato a Strasburgo e alla scelta, ribadisco ideologica, di una mobilità solo elettrica».

Delle polemiche all'interno del governo, innescate dal segretario Pd, Enrico Letta (la sinistra è green, le destra è black) ha parlato, da Bari, il ministro Giorgetti. Il suo commento: «A me dispiace che la sinistra abbia perso completamente di vista gli interessi dei lavoratori e insegua semplicemente l'ideologia ambientalista. Secondo me è un errore.

Lavoreremo per la riconversione industriale, ma è una transizione che purtroppo temo sarà anche dolorosa. Tutta questa pressione ideologica, che ha fatto maturare anche il voto in Parlamento Ue per l'uscita dal motore endotermico, causerà un disastro occupazionale nell'automotive».

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