Lo avevamo lasciato qualche anno fa a sostenere convintamente la corsa di Alexīs Tsipras, in occasione delle Elezioni Europee del 2014. Già, perché all'epoca, insieme a molti altri uomini di spettacolo, di cultura e intellattuali, Nicola Piovani aveva esternato il proprio supporto in favore della lista di sinistra "L'altra Europa con Tsipras", che poi sarebbe diventato – con poco successo – il primo ministro della Grecia.
Oggi lo ritroviamo nello studio di Lilli Gruber a La7, per arricchire la puntata di Otto e Mezzo di mercoledì sera dedicata al dibattito (parlamentare e non) sul taglio dei parlamentari, questione evergreen che non passa mai di moda. Soprattutto in seguito al fatto che a Palazzo Madama sono state raccolte le 64 firme necessarie per indire un referendum per bloccare il taglio degli eletti, storico cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle. Il taglio deli arlamentari era appena diventato legge a inizio ottobre quando le forze di maggioranza – M5s, Pd, Italia Viva e Liberi e Uguali – avevano dato il via libera alla riforma con 553 sì. Ora, la clamorosa marcia indietro.
Ecco, la giornalista conduttrice chiede al musicista e compositore il suo punto di vista sulla questione, facendogli la seguente domanda: "Nicola Piovani, lei si è sempre definito come un uomo di sinistra…ecco, ma il taglio dei parlamentari è una misura di sinistra? E secondo lei questo governo di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle deve andare avanti, a prescindere dalle spinte destabilizzatrici?".
Due interrogativi ai quali l'autore di celebri colonne sonore come quelle de "La vita è bella" di Roberto Benigni e "La stanza del figlio" di Nanni Moretti, risponde secco, attaccando sia Matteo Salvini che Giorgia Meloni: "Il taglio del parlamentari è giusto, anche se è una riforma pasticciata: comunque, non si può votare no…".
Dunque, l'affondo contro i due leader di Lega e Fratelli d'Italia: "Sulla sopravvivenza del governo, io ci spero, perché ho paura che l'Italia possa cadere in qualche cosa che non mi auguro proprio, qualche cosa che non avrei mai immaginato che potesse accadere un giorno: l'Italia governata da leader che hanno idee lontane e opposte alle mie, come Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che francamente non mi piacciono proprio"."Quindi, tutti i mezzi democratici che esistono per opporsi a questa prospettiva, vorrei che fossero utilizzati…", chiosa infine Piovani.
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