Il pm che indaga per maltrattamenti è in ferie. E il braccialetto elettronico può aspettare

Congelata la denuncia della donna. Il pericolo dei precedenti

Il pm che indaga per maltrattamenti è in ferie. E il braccialetto elettronico può aspettare
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«Signor giudice, le stelle sono chiare, per chi le può vedere magari stando al mare», cantava Roberto Vecchioni in uno dei suoi brani più celebri del 1979. Nemmeno lui poteva però immaginare oltre quasi mezzo secolo dopo la sua canzone si sarebbe rivelata profetica (o quasi). E che le ferie di un magistrato potessero bloccare per giorni e giorni la valutazione circa la richiesta dell'adozione della misura cautelare del divieto di avvicinamento all'ex-moglie nei confronti di un uomo di 65 anni, denunciato per stalking e maltrattamenti. Eppur, stando a quanto fatto riportato dalla stampa veneta, è accaduto veramente a Treviso. Una donna di 50 anni, separatasi dal coniuge lo scorso maggio, ha sporto denuncia lamentando episodi di maltrattamenti e stalking dei quali si sarebbe reso protagonista l'ex-partner. La cinquantenne, in particolare, accusava l'ex-marito di controllare i suoi movimenti dopo aver installato a sua insaputa tre rilevatori satellitari all'interno dell'automobile che utilizzata. L'uomo l'avrebbe seguita in più occasioni e in un caso le avrebbe anche danneggiato la macchina. Temendo per la propria incolumità a causa della situazione venutasi a creare, qualche giorno fa la vittima ha presentato un'istanza chiedendo tramite il proprio avvocato che venisse adottata nei confronti dell'ex-partner la misura del braccialetto elettronico (foto). E chissà se il legale è riuscito a trattenere la sorpresa, quando si è sentito rispondere che la richiesta non potrà essere valutata prima del prossimo 10 settembre, anche a causa della carenza di personale. Ma in prima battuta, il problema è che il pubblico ministero al quale è stato affidato il caso in questione è a quanto pare in vacanza: non tornerà prima dell'inizio della prossima settimana e non ci sarebbe nessun altro in grado di sostituirlo. Una vicenda paradossale che di fatto obbliga la donna a prolungare ulteriormente le sue preoccupazioni e la sua angoscia e lei stessa ha dichiarato ai media trevigiani di sentirsi in pericolo di vita. Non è però la prima volta che le ferie di un magistrato finiscono direttamente o indirettamente per incidere su un «caso»: come dimenticare ad esempio il «caso Cagliari»? Secondo quanto riferito dal legale dell'allora presidente di Eni Gabriele Cagliari, l'avvocato Vittorio D'Aiello, al termine dell'interrogatorio il pm Fabio De Pasquale promise all'allora numero uno della compagnia petrolifera che ne avrebbe chiesto la scarcerazione per gli arresti domiciliari. Poche ore dopo, però, il pubblico ministero cambia idea, diede a quanto pare negativo e partì per le vacanze estive.

E al suo ritorno fu troppo tardi: Cagliari si era tolto la vita, uccidendosi il 20 luglio 1993 nel carcere di San Vittore. «Signor giudice, lei venga quando vuole», proseguiva Vecchioni. La speranza, a questo punto, è però che non vi sia fra le toghe chi prenda la canzone alla lettera.

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