Quella tra Matteo Salvini e i pm, sul caso Diciotti, sembra ormai una guerra aperta. La procura di Agrigento ha aperto un fascicolo contro "ignoti" (per il momento) ipotizzando il reato di sequestro di persona. I migranti sono ancora sulla nave, oggi i medici che li hanno visitati hanno disposto lo sbarco per 17 di loro (ma solo in 12 hanno accettato). E intanto l'indagine fa passui avanti. Tanto che ormai il cerchio sembra chiudersi intorno al ministro dell'Interno.
A rivelarlo è lo stesso Salvini su Facebook. "Il Procuratore di Agrigento ha chiesto ufficialmente i miei dati anagrafici", ha rivelato il leghista. Che poi ha attaccato ancora il pm: "Per fare cosa li chiede? Non perda tempo, glieli do io. Matteo Salvini, nato a Milano il 9/3/1973, residente a Milano in via xxx, cittadinanza italiana. Se vuole interrogarmi, o magari arrestarmi perché difendo i confini e la sicurezza del mio Paese, lo aspetto a braccia aperte!".
Il leghista ha poi definito "meschino" il modo in cui il Luigi Patronaggio ha voluto interrogare i funzionari del Viminale senza andare direttamente dal capo. "Mi spiace che ci sia qualche giudice che ha tempo e soldi da spendere per andare a interrogare i funzionari del Viminale: vengano direttamente dal ministro", ha detto il vicepremier. "Mi sembra meschino andarsela a prendersela con dei funzionari quando c'è un ministro che si prende la responsabilità di dire no", ha sottolineato Salvini.
Il ministro comunque non intende fare passi indietro.
"Nonostante insulti, minacce e inchieste - dice infatti il ministro - sto lavorando per chiudere la 'pratica Diciotti' senza che a pagare stavolta siano gli Italiani, visto che abbiamo accolto e speso abbastanza". Un primo passo è stato fatto: venti dei migranti della Diciotti andranno in Albania, visto che Tirana si è detta pronta ad aiutare il Belpaese dopo che l'Italia ha fatto tanto per gli albanesi.
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