Il pm: processo a Santanchè su Visibilia

Caduta l'accusa di bancarotta fraudolenta, rimane in piedi quella per falso in bilancio

Il pm: processo a Santanchè su Visibilia
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Se i conti di Visibilia, la società di Daniela Santanchè (foto), fossero stati stilati correttamente, già dal 2014 si sarebbe scoperto che l'azienda dell'attuale ministro del Turismo aveva praticamente azzerato il capitale sociale. Invece una serie di artifizi contabili consentirono di raccontare al mercato che Visibilia produceva utili.

È questa, in sintesi, la ricostruzione che la Procura della Repubblica di Milano mette alla base della richiesta di rinvio a giudizio per la Santanchè e altri sedici indagati, tra cui il suo compagno Dimitri d'Asburgo Lorena, annunciato ieri mattina da un comunicato del procuratore Marcello Viola. Era una mossa data per scontata dopo la chiusura delle indagini, notificata al ministro e agli altri indagati nell'aprile scorso.

Visibilia, alla fine, restò in piedi, e la richiesta di fallimento ventilata dalla Procura è stata ritirata: anche per questo il procuratore aggiunto Laura Pedio e i pm Marina Gravina e Luigi Luzi hanno chiesto l'archiviazione dell'accusa più pesante che pendeva sul capo della Santanchè, il reato di bancarotta fraudolenta. Per il falso in bilancio, invece, Pedio e i suoi pm sono convinti di avere raggiunto le prove della colpevolezza di tutti gli indagati: nel comunicato di Viola (diramato in quanto «sussiste un pubblico interesse a diramare le notizie riguardanti tale procedimento») si afferma che «la corretta formazione dei bilanci, nell'ipotesi accusatoria, avrebbe evidenziato una perdita del capitale sociale per Visibilia Editore a far data dal bilancio 2016, per Visibilia srl a far data dal bilancio 2014 e per Visibilia Editrice a far data dal bilancio 2021».

La richiesta di processo arriva così sul tavolo del giudice che dovrà fissare l'udienza preliminare. Con il provvedimento di oggi, il ministro assume tecnicamente la qualifica di imputata, e questo viene subito utilizzato da esponenti delle opposizioni per chiederne nuovamente le dimissioni.

Per il ministro di Fratelli d'Italia si tratta della seconda richiesta di rinvio a giudizio, dopo quella per la presunta truffa all'Inps, per la quale è stata già fissata l'udienza preliminare il 9 ottobre. Ma il ministro ha da tempo manifestato la convinzione di poter evitare il rinvio a giudizio in entrambi i casi. Per la vicenda Inps, dove secondo la Procura sarebbero stati fatti lavorare alcuni dipendenti del gruppo mentre erano in cassa integrazione, i legali di Visibilia hanno a disposizione registrazioni che dimostrerebbero come l'iniziativa non sia partita dall'azienda.

E per quanto riguarda l'accusa odierna di falso in bilancio, che la Santanchè considera

una «operazione unicamente mediatica», la linea difensiva punta a dimostrare che la svalutazione di una parte dei crediti venne regolarmente effettuata dopo le analisi compiute da Deloitte su incarico della stessa azienda.

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