In 17 anni si è macchiato di ben 71 reati, tra cui 12 stupri, senza che la polizia riuscisse a impedirglielo. Forse perché David Carrick, un cittadino britannico di 48 anni, era lui stesso un poliziotto. Faceva parte del commando d'élite di protezione parlamentare e diplomatica e nel tempo libero era anche uno stupratore seriale. Ieri, dopo più di un anno di udienze protette da un rigoroso riserbo, si è dichiarato colpevole di tutti i reati a lui ascritti commessi in due decenni di servizio. In tutto, quarantanove atti di violenza contro le donne tra stupri, molestie, minacce, falsi arresti e via andare. Alcuni di questi reati hanno avuto luogo a Londra, ma la maggioranza sono stati commessi nello Hertfordshire e sono state le autorità locali a iniziare le indagini portando alla condanna di Carrick. Si teme inoltre che altre vittime possano farsi avanti e che non l'abbiano ancora fatto per timore di subire lo strazio di un processo pubblico.
Carrick cercava le sue vittime sui siti di appuntamenti, ma alcune le aveva semplicemente incontrate nella vita quotidiana, una di loro ha subito degli abusi nel corso di una relazione triennale con l'agente. Scotland Yard era stata messa al corrente di almeno nove incidenti, accaduti tra il 2000 e il 2021, in cui era coinvolto, ma non era stata intrapresa nessuna azione anche perché le vittime finivano per non sottoscrivere una denuncia formale o per ritirare quella inizialmente presentata. Così Carrick ha potuto proseguire indisturbato la sua nefasta doppia vita ed essere persino promosso nel 2009 a membro del servizio di protezione parlamentare e diplomatica. Un incarico che gli ha spesso consentito di approfittare delle vittime, dato che era molto facile fermarle mostrando loro il documento che lo identificava come agente in servizio a protezione di politici e ministri. Molte delle vittime hanno raccontato che mentre subivano le sue violenze lui le minacciava dicendo che, se avessero denunciato l'accaduto, nessuno le avrebbe credute visto che lui era un poliziotto.
L'Ispettore capo della polizia Iain Moor, che ha condotto l'indagine, ha ammesso che l'abuso di potere perpetrato da Carrick costituisce una grave macchia per la polizia. «È impensabile che questi reati possano essere stati commessi da un agente in servizio - ha dichiarato ieri - ma queste vittime che sono sopravvissute hanno dimostrato molto coraggio nel farsi avanti». «Tutte queste rivelazioni inquadrate in un contesto più ampio, che descrivono la polizia come un corpo dove domina la misoginia, compromettono fortemente la fiducia delle donne nelle nostre forze di polizia» ha commentato Harriet Wistrich, del Centre for Women's Justice. Barbara Gray, assistente commissario della polizia metropolitana londinese ha spiegato sempre ieri che una commissione sta vagliando attentamente ognuna delle denunce di violenza presentate contro 1000 dei 45mila componenti del corpo di polizia ed ha annunciato che il processo di licenziamento formale di Carrick avrà inizio oggi. Ma dopo quest'episodio iniziano a emergere anche le responsabilità di chi lo ha reso possibile. Secondo quanto riportato dal quotidiano The Guardian, lo scandalo Carrick fu la ragione principale che portò al licenziamento da parte del sindaco di Londra, del capo della polizia Cressida Dick, nel febbraio del 2022.
Ieri, lo stesso Khan ha dichiarato in una nota stampa: «I londinesi saranno giustamente scioccati dal fatto che quest'uomo sia stato in grado di lavorare per la polizia così a lungo e ci sono delle domande molto serie che attendono delle risposte relative a come Carrick abbia potuto abusare della sua posizione in questo modo orrendo. Il lavoro per riformare la cultura e gli standard della nostra polizia è già iniziato, ma molto dev'essere ancora fatto». La sentenza per Carrick verrà emessa il prossimo 6 febbraio.
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