Una poltrona per due a Confindustria

Finisce il lavoro dei saggi e parte la sfida Garrone-Orsini. Il 4 aprile si vota il nuovo presidente

Una poltrona per due a Confindustria
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«Quando vedremo quali sono le motivazioni useremo le regole della giustizia interna di Confindustria per tutelare non tanto il mio diritto quanto di tutti quelli che mi hanno espresso consenso in queste settimane, in questi mesi». Il presidente di Federacciai e di Duferco, Antonio Gozzi, ieri a Viale dell'Astronomia ha cercato di attirare l'attenzione su di sé dopo l'esclusione, adombrando ricorsi interni ai probiviri (gli stessi che però ne hanno bocciato i metodi comunicativi). Non esclusa la possibilità di adire le vie legali. «Vedremo», si è limitato a rispondere.

La commissione di designazione (i tre saggi Mariella Enoc, Andrea Moltrasio, Ilaria Vescovi) nella sua relazione ha evidenziato che tra il 23 febbraio e l'11 marzo, le sette giornate di audizioni in cui sono stati incontrati 135 componenti su 185 del Consiglio generale hanno espresso «un totale di 689 voti assembleari, l'81,3% dei voti complessivamente assegnati». I livelli di consenso raggiunti dai due nominativi prescelti, cioè Edoardo Garrone ed Emanuele Orsini «ancorché differenti tra loro, esprimono un sostegno oggettivamente rappresentativo, sia con riferimento ai componenti del consiglio generale». Entrambi hanno superato la soglia del 20% necessaria all'ammissione. Gozzi ha raggiunto solo il 13,5%, dunque l'esclusione era inevitabile di là dei sofismi che ora si possono mettere sul tavolo. «Giuste o sbagliate che siano, le regole sono da rispettare» anche formalmente, «in altra sede si propongano, se del caso, i cambiamenti desiderati», hanno infatti scritto i saggi stigmatizzando Gozzi in quanto «alcuni comportamenti «non hanno rispettato le modalità procedurali dettagliate nei nostri regolamenti ed hanno accreditato all'esterno percezioni sempre più divisive», offrendo un'immagine di Confindustria ancor più debole e sconcertante di quanto già non lo sia.

Dopo l'introduzione di dei saggi, Orsini e Garrone hanno presentato i loro programmi parlando per mezz'ora ciascuno. Ha iniziato il presidente di Erg e del Sole 24 Ore sottolineando come il suo esempio personale sia vincente in quanto ha riconvertito la sua azienda da big della raffinazione in Italia a campione delle energie rinnovabili, vincendo la sfida di creare valore. Non è mancata una disamina sulla congiuntura macroeconomica in stile Centro Studi. Ovviamente Garrone, che ha letto la sua relazione, ha fatto leva sulla sua lunga frequentazione di Confindustria di cui per tre volte è stato vicepresidente, oltre ad aver guidato i Giovani imprenditori. Insomma, fedeltà alla tradizione e voglia di ravvivare gli antichi fasti. Garrone, che avrebbe in partenza il 28% circa dei voti, vanta una forte concentrazione nelle territoriali di Lombardia e Piemone.

Diversa la situazione di Orsini, che avrebbe certificato il 24% dei voti ma su una superficie nazionale, con una distribuzione decisamente più omogenea. L'imprenditore emiliano ha parlato a braccio con toni, secondo alcuni partecipanti, che sono sembrati più impattanti. Il suo discorso si è fondato su tre punti: identità, unità e autonomia. C'è anche da questa parte la volontà di recuperare il prestigio perduto, ma soprattutto quella di ritornare a essere un interlocutore di primo piano delle istituzioni. Obiettivi: garantire la certezza del diritto alle imprese e rilanciare strutturalmente il Mezzogiorno. Orsini ha ovviamente citato i punti fondanti del suo programma riguardanti l'Europa. «Prevenire è meglio che curare» è sempre stato il suo motto, nel senso che il recupero dei rapporti con il governo è propedeutico alla necessità di «presidiare l'Europa» per evitare colpi di testa che possano mettere ulteriormente in difficoltà il tessuto industriale.

Ricordati anche i capisaldi in ambito industriale: puntare a un prezzo unico europeo e non rinunciare per un cieco dogmatismo all'atomo. Il prossimo appuntamento è fissato per giovedì 4 aprile quando il consiglio generale voterà a scrutinio segreto.

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