«È stato uno strappo doloroso, ma sono tranquilla. Mi sono sempre assunta le mie responsabilità». Renata Polverini racconta a Radio 1 In Vivavoce il suo voto di fiducia al governo Conte. Nel corso della giornata oltre alle critiche politiche degli ex compagni di partito deve anche fronteggiare un gossip riportato da Dagospia su un suo presunto flirt con Luca Lotti, l'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio un tempo vicinissimo a Matteo Renzi, oggi nel Pd.
Una circostanza smentita dai protagonisti e accompagnata da manifestazioni di solidarietà bipartisan da parte di molti parlamentari, esponenti di Forza Italia compresi. «Si tratta di una assoluta bugia - dichiara Lotti - siamo solo molto amici, da un po' ci confrontiamo, anche politicamente - spiega la deputata- ed è vergognoso che, quando si vuole attaccare una donna, si pensi sempre a colpire la sua vita privata, inventando tra l'altro delle falsità». Renata Polverini si mostra più arrabbiata in relazione all'uso improprio e strumentale di un «"frame" tratto da un video dei festeggiamenti che si sono tenuti in Piazza del Popolo, il 29 marzo 2010» attraverso cui la si fa apparire nella posa di un saluto romano.
Quel che è certo è che il suo passaggio con la maggioranza ha provocato parecchio malcontento dentro Forza Italia. I suoi dubbi erano conosciuti, così come l'avvicinamento ai renziani al momento del varo di Italia Viva. Renata Polverini inoltre a novembre si era espressa in dissenso sui diritti civili (a novembre aveva votato a favore del ddl Zan sull'omofobia). A lei però gli azzurri contestano soprattutto il metodo, ovvero il non aver comunicato a nessuno la sua decisione. In mattinata in una riunione del gruppo in cui Renato Brunetta aveva fatto un intervento molto propositivo esponendo il modo in cui gli azzurri si sarebbero dovuti differenziare nella critica alla maggioranza, non aveva preso la parola. E a Mariastella Gelmini ha inviato un messaggio soltanto in serata dopo il voto.
L'espulsione da Forza Italia, invece, non è stata certo una sorpresa perché l'indicazione generale era arrivata direttamente da Silvio Berlusconi prima del voto: fuori chi non vota no alla fiducia. L'amarezza azzurra viene espressa da Giorgio Mulè. «Polverini da tempo pensava di uscire, adesso ha deciso di farlo all'improvviso, senza parlarne prima con Berlusconi e con gli altri vertici del partito. Politicamente non è un comportamento corretto, per il rispetto che si deve agli elettori perché se lei è in quel Palazzo è grazie ai voti di centrodestra». Antonio Tajani ricorda che «non era mai stata eletta con le preferenze. Io sono comunque convinto fermamente che chi cambia partito sia destinato a scomparire dalla politica, è sempre stato così».
Sul suo futuro la ex presidente della Regione Lazio si sofferma con Giuseppe Falci sul Corriere facendo capire che è pronta a scendere in campo con Conte se il premier costituirà un suo partito. Il premier dovrà fare una scelta. Il Paese ha bisogno di un contenitore moderato. Per adesso aderisco al Misto, poi si vedrà».
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