Nicola Procaccini, co-presidente dell' Ecr, a tutto campo sulle strategie del suo gruppo parlamentare in vista delle elezioni Europee.
Onorevole, lo Spitzenkandidat del Pse Nicolas Schmit ha sostenuto che i gruppi Ecr e Id non siano democratici.
«L'obiettivo della sinistra europea, come per il Partito democratico in Italia del resto, è quello di andare al governo pur perdendo le elezioni. E quindi, per farlo, Schmit deve mettere in campo una forzatura democratica, escludendo chi non la pensa come lui dalla possibilità di diventare maggioranza parlamentare. Tipico di chi ha concezione della democrazia che definirei piuttosto singolare».
Ma perché voi dell'Ecr non avete presentato un vostro Spitzenkandidat?
«Perché è una violazione dei trattati dell'Ue che assegnano ai governi la scelta del presidente della commissione Ue, non ai partiti. Ormai è diventata prassi di chi vuole cambiare i trattati Ue in senso federalista, e quindi togliere competenze ai governi nazionali per portarle in capo a un super Stato Ue. Noi rivendichiamo l'idea originale d'Europa, cioè l'alleanza di nazioni».
La decisione di Marine Le Pen sull'Afd coadiuva la composizione di un centrodestra europeo?
«È una mossa che aiuta. Trovo innegabile che alcune posizioni siano non alleabili. Con Identità e democrazia siamo due famiglie politiche diverse che però possono certamente convivere in una stessa coalizione. Fermo restando che non esistono le maggioranze e le minoranze nel Parlamento europeo, perché in ogni voto si definisce una maggioranza diversa. Tant'è che negli ultimi mesi, soprattutto quando si votava per il Green Deal, si verificava una maggioranza composta da Id, Ecr, Ppe e buona parte di Renew. E questo non vuol dire che negli ultimi mesi ci sia stata una maggioranza di centrodestra. Tutto senza che ci fosse un patto».
C'è una polemica tra Marine Le Pen e il leader di
Fi e vicepremier italiano Antonio Tajani. L'Ecr può fare da ponte tra questi due partiti?«Noi vogliamo fare da ponte. Proprio ieri ho chiesto a Manfred Weber, leader del Ppe, di non allearsi più con la sinistra».
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