"Io credo che dobbiamo essere veramente felici di essere ritornati in prima posizione in una regione come la Calabria e di poter garantire alla Calabria, attraverso Occhiuto, un cambiamento importante rispetto al governo del passato". Le parole di Silvio Berlusconi per la vittoria alle Regionali rappresentano una iniezione di fiducia per tutto il centrodestra.
Il popolarismo liberale si afferma anche in queste elezioni, dove il centrosinistra ed il progressismo hanno rialzato la testa. Due esiti su tutti: la vittoria in Calabria di Roberto Occhiuto, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, che è sostenuto dalla coalizione di centrodestra, e l'ottima performance elettorale a Trieste dell'uscente Roberto Dipiazza, che a sua volta poteva contare su Lega, Fdi e Fi e che appartiene al partito guidato da Silvio Berlusconi.
Il primo cittadino Dipiazza sarà tuttavia costretto, con buone probabilità, a misurarsi al ballottaggio, soprattutto per via della pronunciata diversificazione dell'offerta elettorale. Il centrodestra, poi, torna al ballottaggio a Roma, dopo la disarticolazione di cinque anni fa. E pure in questo caso la variabile è rappresentata da Fi: la coalizione, alla scorsa turnata, non era riuscita a trovare una quadra attorno ad una candidatura unitaria.
Questo trend del popolarismo liberale, per quanto riguardasse elezioni estere, era noto da qualche tempo. Dalle elezioni madrilene alle amministrative francesi: Popolari e Repubblicani avevano meritato le prime pagine della stampa continentale. Tanto che sul piano europeo, gli addetti ai lavori hanno iniziato a ragionare di nuove leadership moderate: quella di Isabel Diaz Ayuso, presidente di Madrid, per parte spagnola e quella di Xavier Bertand, figura emergente del contesto transalpino, per parte francese. Fotografie di un fenomeno politico che non è agli albori e che, a ben vedere, non è mai scomparso, continuando a rappresentare il perno di un'intera area.
Per l'Italia e per questa turnata, una delle prime considerazioni l'ha presentata il parlamentare Alessandro Cattaneo che, analizzando le prime proiezioni al Tg1, ha esordito con quanto segue: "Quando noi riusciamo a trainare la coalizione si vince", ha detto, riferendosi a Forza Italia, che è il suo partito. E ancora: "Dove i candidati sono stati scelti bene, scelti da Forza Italia, sono arrivati i risultati". Poi la riflessione si è spostata sul civismo, e in qualche modo su alcune scelte compiute: "Vedo - ha fatto presente - anche che l'era del civismo è un pò superata, non esistono candidati civici buoni contro candidati politici cattivi pregiudizialmente. Quando la politica ci si mette - ha aggiunto l'ex sindaco di Pavia - riesce a proporre persone credibili". Infine, come riportato dall'Agi, la constatazione sul binomio espresso dal partito politico fondato da Berlusconi a questo giro: Buone notizie arrivano dalla Calabria con il nostro Occhiuto e anche da Trieste con una persona come Di Piazza che proviene dai nostri valori e li interpreta al meglio".
Il presidente Roberto Occhiuto, nel suo discorso della vittoria delle regionali, ha posto un accento fermo sulla lotta alla ndrangheta: "Ci fa schifo", ha detto, chiedendo al governo nazionale di "assisterci" per debellare per sempre la criminalità organizzata dalla Regione. "La Calabria che l'Italia non si aspetta" è stato lo slogan scelto dal vincitore di questa competizione che ha voluto ricordare l'ex presidente Jole Santelli, deceduta lo scorso ottobre. Il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani era presente presso il comitato elettorale del capogruppo alla Camera di Fi. L'ex presidente del Parlamento europeo ha rivendicato il risultato, sottolineando come Occhiuto sia l'orgoglio di Forza Italia, che è il primo partito in Calabria. Tajani ha anche specificato come Berlusconi abbia "indovinato" la candidatura, così come ripercorso dall'Adnkronos.
Collegatosi con il Tg4, Antonio Tajani ha voluto affrontare il quadro nel suo complesso: "Sugli errori - ha detto, come ripercorso da Italpress - ha ragione
Berlusconi ma anche Salvini. Bisognava scegliere i candidati giusti e presentarli prima ai cittadini. Gli errori capitano, ora dobbiamo prepararci al ballottaggio ma anche alle politiche per governare l'Italia fino al 2050".
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