A porte chiuse la nomina di Trump. Ira dei giornali

Una convention a porte chiuse. Per la prima volta nella storia americana, il voto per nominare formalmente il presidente Donald Trump candidato dei repubblicani alle elezioni presidenziali di novembre, si svolgerà in privato

A porte chiuse la nomina di Trump. Ira dei giornali

Una convention a porte chiuse. Per la prima volta nella storia americana, il voto per nominare formalmente il presidente Donald Trump candidato dei repubblicani alle elezioni presidenziali di novembre, si svolgerà in privato, in assenza della stampa. I conservatori hanno annunciato infatti che non verrà consentito l'ingresso ai giornalisti, ufficialmente per motivi legati all'emergenza sanitaria in atto. Sarà però possibile seguire le votazioni in diretta streaming. La convention è stata fissata dal 21 al 24 agosto a Charlotte, nel North Carolina. Qui si riuniranno i 366 delegati del Gop che, l'ultimo giorno, voteranno per procura per conto di oltre 2.500 delegati ufficiali, il cui numero è stato ridotto per evitare lo scoppio di un nuovo focolaio di Covid-19. «Date le restrizioni sanitarie e le limitazioni in atto nello stato del North Carolina, stiamo pianificando la chiusura delle attività di Charlotte da venerdì 21 agosto a lunedì 24 agosto», ha riferito una portavoce della convention, «Saremo lieti di informarvi se ci saranno variazioni», ma, ha avvistato, «stiamo seguendo i parametri stabiliti dalle linee guida statali e locali» sul numero massimo di persone a cui è consentito partecipare agli eventi. La mossa ha lasciato sorpresi - e furiosi - i media che seguono gli appuntamenti elettorali. La nomina è tradizionalmente un'occasione utilizzata dai partiti politici per richiamare l'attenzione sui propri candidati e diffondere il loro messaggio al maggior numero di elettori. Il giornalista dell'Associated Press Zeke Miller, presidente dell'Associazione dei corrispondenti della Casa Bianca, ha definito la decisione «sconsiderata» e ha invitato il Gop a rivalutarla. «La nomina di un candidato alla presidenza di un partito di spicco è in gran parte affare del popolo americano», ha spiegato Miller. La pandemia di coronavirus ha portato a numerose modifiche al processo di nomina e i piani del Consiglio nazionale repubblicano (Rnc), che si occupa della strategia elettorale, sono stati ripetutamente cambiati. Lo stesso Trump ha cancellato la convention a Jacksonville, in Florida, alla fine del mese scorso.

Un cambio di passo nella strategia del tycoon, maturato dopo il comizio a Tulsa, in Oklahoma, che avrebbe dovuto segnare la ripresa della campagna elettorale del presidente e che si è invece rivelato un flop. È arrivato a proporre il rinvio delle elezioni, del 3 novembre, per il rischio di «brogli», dichiarazione poi in parte ritrattata.

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