Da quando è al governo, Matteo Renzi ha promesso tante cose ma ne ha realizzata solo una che non aveva annunciato, ed è l'unico effetto concreto e visibile della sua esperienza di governo: è ingrassato di svariati chili. Non si tratta, come lui dice, di un fatto del tutto privato e trascurabile, ma di un messaggio politico e di un dato sensibile. Indica il senso di una svolta, dalla velocità della sua prima fase alla ponderatezza della sua seconda fase, per dar peso alla sua azione di governo. È passato dalle parole ai fatti - verba volant ciccia manent - ma l'eloquio fluviale non è mutato: è passato solo da Gorgia a Pappagorgia, da sofista a soufflé. Avremo un presidente Grasso di nome e uno di fatto?
A Firenze Renzi ormai lo chiamano Pier Cappone. Ma a voler trovare un precedente fiorentino, il paragone più calzante è con Giovanni Spadolini. In principio Spadolini era magro, però man mano che assumeva incarichi, prima giornalistici e poi politici, Spadolini ingrassava. Da direttore del Corriere della Sera assunse l'aspetto di un pinguino per la sua pinguedine; poi da ministro diventò un'orca, da leader repubblicano andò verso il balenottero, quindi da premier si fece balena e infine da presidente del Senato diventò capodoglio.
Aspirando alla presidenza della Repubblica si fece mongolfiera, e difatti salì prematuramente in cielo. Il potere logora, si diceva un tempo. Invece per Spadolini come per Renzi, il potere ingrassa. Per ora Renzi è nella fase del pinguino ma se continua così diventerà cetaceo in un baleno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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