Pratesi, il pioniere green che non sprecava l'acqua

Morto a 90 anni il fondatore del Wwf, fu deputato dei Verdi. L'incontro con "mamma orsa" nel '63

Pratesi, il pioniere green che non sprecava l'acqua
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Nelle ultime interviste, concesse ormai in tarda età, si era guadagnato uno spicchio di ulteriore notorietà esibendo convinzioni assai singolari: «Non mi faccio mai la doccia, uso spugnette umide con una goccia di sapone». Lo sciacquone? «Ogni tre pipì», aveva spiegato senza tanti giri di parole.

Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf che aveva fondato nel 1966, se n'è andato novantenne, dopo un breve ricovero. Per molti, anche se le definizioni stanno strette, è il padre dell'ambientalismo italiano. Nato a Roma nel '34 da una famiglia dell'alta borghesia, laureato in architettura, uomo eclettico e dai mille interessi, raccontava di aver passato i pomeriggi della sua infanzia al Giardino Zoologico della capitale, oggi Bioparco, ritraendo con l'aiuto dello zio pittore le specie animali.

Insomma, aveva sempre avuto una spiccata sensibilità green, ma i suoi talenti li mise a frutto dopo un incontro folgorante nel 1963. Pratesi era in Anatolia per una battuta di caccia, col fucile in mano, quando vide «mamma orsa con i tre cuccioli». Abbassò l'arma e non la prese mai più in mano.

L'architetto mancato diventa pioniere su una strada tutta in salita, perché gli anni Sessanta, quelli del boom, sono riempiti dalle gru, dell'asfalto e del cemento. Lui invece, nuota, per i tempi, controcorrente e porta in Italia il Wwf che ha scoperto all'estero. L'approccio non è proprio dei più invitanti, a riprova che le mode sono precedute da lunghe traversate nel deserto. Quando chiede un aiuto, dalla Svizzera gli rispondono secchi: «Dovrà trovare lei i soldi del progetto».

Ci riesce, il Wwf cresce, diventa un soggetto autorevole, interloquisce con la politica e comincia a trovare ascolto. D'altra parte la sbornia cementificatrice a un certo punto svanisce e affiora un'altra mentalità. Pratesi si mette a tavolino e dalla sua matita escono parchi nazionali, riserve, oasi. Appelli contro bracconieri e speculatori.

Dal'92 al '94 è deputato dei Verdi in parlamento, anche se i Verdi, a differenza di quel che avviene in Germania, nel nostro Paese non decolleranno mai. Dal '95 al 2005 è Presidente del Parco Nazionale d'Abruzzo e intanto fa mille altre cose. Scrive libri e centinaia di articoli. Soprattutto si lascia incantare dalle infinite specie di piante e animali che incrocia nei suoi mille viaggi e che cattura in centinaia di disegni e acquerelli. Per lui la natura è tutto e c'è in questo fremito di empatia qualcosa che rimanda persino a San Francesco e l'annuncio di figure come Greta Thunberg.

Col tempo il suo ambientalismo si fa sempre più monacale e essenziale. «Anche ora che non viaggio più - svela in una delle ultime chiacchierate con il Corriere della sera - gli animali mi sono vicini: come passeri e cince sul mio terrazzo, dove trovano fonti alimentari, e persino qualche formica che mi tiene compagnia sul piano di lavoro».

Nel 1973 aveva accompagnato a Roma in una scatola di scarpe la prima gabbianella, ferita, e da quel salvataggio parte l'invasione dei gabbiani che devastano la capitale, ma lui teneva duro: «Non mi sono mai pentito».

Così, fino alla fine, insieme alla moglie Fabrizia, madre dei suoi quattro figli e compagna di una vita, scomparsa ad ottobre scorso. La sua filosofia era ferrea: combatteva lo spreco dell'acqua, ed era coerente con la sua predicazione: zero docce, via la vasca da bagno, uno shampoo ogni dieci giorni e la barba una volta al mese.

E poi l'amore sconfinato per cani, gatti, zanzare, topi e qualunque creatura vi fosse sotto la volta celeste. Il tutto riassunto con una massima acuta come uno spillo: «La natura ci protegge anche dalla specie che fa più danni, l'uomo».

Per questo aveva comprato i diritti di caccia della laguna di Burano, vicino Capalbio, aprendo la prima

oasi del Wwf. Oggi gli spazi protetti nel nostro Paese sono più di cento e coprono 27 mila ettari. Qualche giorno fa il barboncino di famiglia, Robin, 14 anni, si era spento. Un presagio nel presepe laico di casa Pratesi.

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