La chiamano Fly emotion, ma quell'emozione che promette, ieri, si è trasformata in tragedia per una donna straniera di 41 anni che ha trovato la morte appesa al filo di una zip line che collega Bema in val Gerola con Albaredo San Marco sul lato orobico della Valtellina. È qui che dal 2011, per dare nuova linfa al turismo, è stata costruita una aerofune, fra le prime nel Belpaese, che permette di «volare», prima, da Bema ad Albaredo San Marco, sospesi fino a 400 metri di quota e, poi, di tornare indietro, sempre per via aerea, con un percorso vai e vieni unico in Italia. Ieri, però, qualcosa è andato storto, anzi tutto. La dinamica che ha portato Ghizlane Moutahir residente da anni a Oliveto Lario nel lecchese, a precipitare nel vuoto è ancora da chiarire, ma indubbiamente questo è il primo e più grave incidente a verificarsi in questa struttura fra le più note nella zona, con oltre 15mila passaggi annui e l'80% dei frequentatori che arriva dalla Lombardia.
La donna aveva acquistato un biglietto singolo: 55 euro per concedersi quel doppio volo, meno di 2 km all'andata, poco di più al ritorno, sfiorando punte di 120 km orari. Ci si imbraga, si viene controllati, un breve briefing suggerisce che posizione tenere anche per godersi lo spettacolo sopra quelle gole trapuntate di boschi. Tutto pronto, tutto chiaro. Prima di lei le due nipoti avevano «volato» e la stavano aspettando sulla piattaforma. Verso la fine della prima tratta quando la carrucola, nel mezzo della valle, aumenta la sua corsa, la donna è parsa scomporsi, l'imbrago che si apre o forse lei, così leggera, che scivola fuori. Un brivido, la morte, istantanea. Il corpo della donna è stato ritrovato nel bosco, dopo un volo di 30 metri. I soccorsi, quello alpino di Morbegno, i vigili del Fuoco, i carabinieri, la guardia di Finanza e l'elicottero di Areu sono stati avvertiti verso le 12.30, ma non c'è stato nulla da fare. C'è chi parla di malore, ma a maggior ragione, l'imbrago e gli strumenti di sicurezza e ridondanza che legano la persona alla fune dovrebbero tenere agganciato alla zip line anche chi si trovasse all'improvviso in difficoltà.
Sulle cause dell'incidente indaga la procura di Sondrio che ha disposto il sequestro dell'impianto. «Sono scioccato. Siamo a completa disposizione della magistratura e vicini alla famiglia» ha detto Matteo Sanguineti, ad della società.
Sconcerto in paese: queste sono
valli quasi fuori dal tempo. Qui il turismo non fa mai grandi numeri e proprio la zip line aveva regalato nuove prospettive. Ora ci si trova a piangere una giovane donna, venuta fin quassù per un volo purtroppo senza ritorno.
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