Caso Boccia, la Meloni dà fiducia a Sangiuliano

"Mi ha garantito: zero euro per la Boccia e nessun accesso a documenti riservati"

Caso Boccia, la Meloni dà fiducia a Sangiuliano
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«Il gossip lo lascio ad altri». Giorgia Meloni difende il suo ministro Gennaro Sangiuliano sul caso Boccia. La premier, al programma di Paolo del Debbio su Rete4, dice che lui le ha spiegato di aver valutato un «incarico di collaborazione non retribuito» per la signora Maria Rosaria, ma di aver poi deciso diversamente. «Mi garantisce che non c'è stato nessun accesso a documenti riservati, in particolare per il G7, né sono stati spesi soldi del contribuente per questa persona. E questo è quello che a me interessa».

Incidente chiuso? Pensare che il caso stava montando, e l'attenzione era sulla sicurezza del G7 della Cultura, a Pompei dal 19 al 21 settembre. Le opposizioni, dal Pd al M5S a Iv, attaccavano Sangiuliano perché avrebbe compromesso l'incolumità dei suoi omologhi stranieri attesi in Italia, facendo partecipare la consulente-fantasma Maria Rosaria Boccia a riunioni preparatorie e sopralluoghi e condividendo con lei e-mail riservate con dettagli sugli spostamenti dei ministri.

I dem preannunciavano un'interrogazione parlamentare per trascinare Il titolare della Cultura al prossimo question time, i pentastellati facevano pressione sulla premier Giorgia Meloni, i renziani ipotizzavano una mozione di sfiducia. Eppure, non si era parlato di compensi alla quarantunenne, nota più come influencer in eventi di moda che come organizzatrice di grandi eventi internazionali. Ma il gossip politico dell'estate guastava non poco l'immagine del ministro, allungava la lista delle sue figuracce e creava imbarazzo al governo. In più rischiava di far sfumare il suo grande sogno, quello di diventare governatore della Campania, quando l'anno prossimo scadrà Vincenzo De Luca e lui vorrebbe prevalere sull'altro possibile candidato di FdI Edmondo Cirielli e su quello di Fi Fulvio Martusciello.

La vicenda è diventata politica sul ruolo della Boccia, che ha annunciato sui social una nomina a consulente del ministro per i Grandi eventi poi smentita dal ministero, mentre foto e email riservate confermavano la sua presenza con il ministro in varie occasioni come a Polignano a mare, sopralluoghi a Pompei, la sua città, riunioni al ministero (anche se c'è un giallo sulla foto di un affollato incontro di Ferragosto, dove un testimone sosterebbe che lei c'era e gli altri negano)e comunque il suo accesso a delicate informazioni interne.

«Il G7 cultura è ancora sicuro?», chiedeva la capogruppo dem nella commissione Cultura della Camera Irene Manzi, che domenica ha interpellato il presidente Federico Mollicone perché convocasse urgentemente Sangiuliano al question time già questa settimana. «Da quanto si apprende - attaccava- questa consigliera mai formalizzata ha viaggiato ed è stata ospitata come consulente del ministro: non è escluso che questo possa aver determinato anche un danno erariale per l'amministrazione. Serve un immediato chiarimento, perché il ministro non parla, qualcuno lo sta ricattando?». Per Manzi, emergevano «gravi falle organizzative» del G7, sulle quali devono indagare Farnesina e Viminale, mentre il titolare della Cultura «deve uscire dal silenzio» sulla storia opaca della Boccia.

I capigruppo 5S nelle commissioni Cultura di Camera e Senato, Antonio Caso e Luca Pirondini, parlavano di «proverbiale sbruffonaggine» e di «silenzi imbarazzanti» del ministro e chiedevano: «Meloni continuerà a tollerare tutto questo, coprendo il suo ministro? Perché anche lei non dice nulla? Quando arriverà un sussulto di dignità?». Ad aprire il can can ci aveva pensato giorni fa Ivan Scalfarotto di Iv, ventilando la mozione di sfiducia, ma il capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti buttava acqua sul fuoco. Non è il caso di occuparsi di gossip estivi, semmai «si discuta di cose serie, di atti e non di pettegolezzi». Tutto questo, prima che parlasse Giorgia.

Intanto Maria Rosaria Boccia, su Instagram ha voluto replicare alle dichiarazioni della premier pubblicando due documenti relativi al G7 Cultura, due pagine di cui si legge solo l'intestazione, relative alla parte «Culture: global public good, global responsability».

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