Draghi dribbla il dossier sullo stato d'emergenza

La proroga si intreccia con la partita per il Quirinale. Sileri prende tempo. Occhiuto: "Ancora qualche mese"

Draghi dribbla il dossier sullo stato d'emergenza

Il cammino di Mario Draghi verso il Quirinale incontra l'ostacolo dello stato di emergenza. Il premier opta per la linea della prudenza. Prova a dribblare il dossier e rinvia tutto a dopo il via libera alla manovra. Lo stato di emergenza, dopo l'ultima proroga, termina il 31 dicembre 2021. Nei giorni scorsi, da Palazzo Chigi è filtrata l'intenzione del governo (o meglio di Draghi) di procedere alla revoca dal primo gennaio 2022 dello stato di emergenza. Mantenendo però in vita la struttura commissariale guidata dal generale Figliuolo, necessaria per accompagnare la campagna vaccinale fino al completamento.

Però la mossa del capo del governo è stata letta come la conferma di un'ambizione quirinalizia. Il motivo è semplice. Come fa il presidente del Consiglio a mollare il posto di comando in un Paese ancora in piena emergenza? Rischierebbe di apparire in fuga. Ecco che il premier non vuole che il dossier sulla proroga dello stato di emergenza si incroci con la corsa al Colle, che resta una partita tutta politica. Il governo per ora non si sbilancia. È un terreno minato sul quale Draghi rischia di farsi male. Il ministro della Salute Roberto Speranza, da sempre annoverato nel fronte rigorista, opta (su preciso ordine di Draghi) per la prudenza.

I governatori spingono, invece, per la proroga. Attraverso il Giornale Alberto Cirio, presidente del Piemonte, ha chiesto al governo almeno altri sei mesi di stato di emergenza. La variante spaventa. C'è da mettere in sicurezza il trasporto pubblico locale. Dalla Calabria il presidente Roberto Occhiuto è sulla stessa linea: «La pandemia purtroppo non è ancora un brutto ricordo, è ancora tra noi. Ed è quindi importante che il Paese e le soprattutto le Regioni possano avere a disposizione gli strumenti necessari per contrastare in modo efficace il virus e per continuare a correre sulle vaccinazioni. La struttura del generale Figliuolo, ad esempio, è una ricchezza che va assolutamente preservata. Per questo ritengo possa essere utile, in questa particolare fase, prorogare ancora per qualche mese lo stato di emergenza». E ora anche dal Pd si chiede una proroga: «Lo stato di emergenza deve essere prorogato al 30 giugno 2022», auspica Michele Emiliano, presidente della Puglia.

Contro le richieste dei governatori si muove il partito che vuole Draghi al Colle. «Lo stato di emergenza? Draghi non dovrebbe prolungarlo, lo stato di emergenza è una sorta di attaccapanni, una decisione generale da cui conseguono tutta una serie di motivi. Si può adottare se accade qualcosa di nuovo, ma noi viviamo da due anni in questa situazione, sappiamo quel che è successo è succederà, quindi invece che utilizzare l'attaccapanni vanno decisi i poteri che deve avere lo Stato in questa condizione» chiede, ospite di Un giorno da pecora, il costituzionalista Sabino Cassese.

Al silenzio di Speranza si

contrappone l'incertezza contenuta nelle parole del sottosegretario Pierpaolo Sileri: «Sul prolungamento dello stato di emergenza, ci si deve ragionare sicuramente, ma tutto dipende da quella che sarà l'evoluzione della pandemia».

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