C'è chi pensa che la mossa dell'istanza di revoca della sospensiva dello Statuto - depositata ieri - sia un modo per prendere tempo e c'è chi ci crede. A ogni modo, dai vertici del M5s fanno filtrare ottimismo. Dopo un lungo braccio di ferro sulla piattaforma Rousseau, Beppe Grillo e Giuseppe Conte hanno optato per un ricorso che, se accolto, potrebbe ripristinare subito il Movimento così come l'abbiamo conosciuto a partire da agosto del 2021. Gli avvocati dell'ex premier e del Garante puntano su uno scambio di mail, avvenuto nel 2018, tra l'allora capo politico Luigi Di Maio e Vito Crimi, all'epoca presidente del Comitato di garanzia. Per i legali del M5s quella comunicazione di tre e anni e tre mesi fa equivale al «regolamento interno» per restringere la platea degli elettori agli iscritti da più di sei mesi. Proprio l'assenza di un regolamento interno sulle consultazioni online è uno dei motivi alla base della sospensione cautelare dell'ultimo Statuto. Nella mail datata 8 novembre 2018 - visionata dall'Adnkronos - l'ex capo politico Di Maio propone di estendere il criterio adottato per tutte le votazioni su Rousseau anche alle votazioni in cui è convocata l'Assemblea degli iscritti. «Potranno quindi prendere parte a tutte le future convocazioni dell'Assemblea, gli iscritti da almeno sei mesi con documento certificato», scrive Di Maio al Comitato di garanzia. E Crimi approva. L'ex reggente ora minimizza: «Tanto rumore per nulla».
Replica sui social l'avvocato Lorenzo Borrè, difensore degli attivisti di Napoli che hanno impugnato lo Statuto: «Proverbio del giorno: due mail non fanno un regolamento». Intanto nel gruppo parlamentare deputati e senatori attendono che si sblocchi la situazione. L'imperativo, trasversale, è riassumibile in un «fate presto». «A noi interessano poco le lotte di potere ai vertici, il problema è che continuiamo a perdere voti e ci sono le amministrative tra qualche mese, gli attivisti e i consiglieri comunali nelle città non li teniamo più», dice al Giornale un parlamentare. E non mancano le tensioni su possibili strappi di Conte con il governo Draghi, sospetti acuiti dal fuoco di fila del M5s sul Superbonus.
Anche per questo motivo dal Parlamento arriva la richiesta di una leadership più inclusiva delle diverse sensibilità che ci sono nel M5s. Se Conte dovesse tornare in sella, si parla di ritocchi alla squadra dei vicepresidenti, con l'ingresso di Virginia Raggi e Chiara Appendino.
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