C'è un «caso Toti» nel Pd dal quale la segretaria Elly Schlein si tiene alla larga. Eppure, il caso è clamoroso: Franco Alfieri (nella foto), presidente Pd della provincia di Salerno, in Campania, è agli arresti da 105 giorni. Prima in carcere e poi ai domiciliari. Ma non si dimette. Resiste e mantiene lo scranno. È sottoposto a una misura cautelare da più di tre mesi. Ma non molla, nel silenzio tombale della sinistra, la poltrona. Difende con tutta la determinazione la carica (sospesa per effetto della misura). Non svolge il mandato ma resta presidente. Non lascia la guida dell'ente provinciale. In questo caso, però, la leader dem non usa (anzi resta in silenzio) il bastone giustizialista imbracciato per picchiare duro contro l'ex governatore della Liguria Giovanni Toti. Dove sono finiti Bonelli, Conte e Fratoianni? Nessuno fiata. Naturalmente, la guida della Provincia è affidata al vice Giovanni Guzzo (Pd) di Alfieri. Il partito democratico conserva il controllo dell'ente.
Resta il dato politico: il silenzio del Pd e della sinistra, che scendeva in piazza per chiedere le dimissioni di Toti, rispetto alla decisione di Alfieri di non rassegnare le dimissioni. Alfieri ha già conquistato un primato assoluto: 105 giorni agli arresti senza mollare l'incarico di presidente della Provincia di Salerno. Il Pd non attacca, anzi la segreteria provinciale del partito di Schlein dice in una nota: «Alfieri è un amministratore serio e competente». Ciò che valeva per Toti non vale quando vengono arrestati quelli del Pd. Il 3 ottobre scorso, Alfieri, meglio conosciuto come mister fritture, è finito in manette in un'inchiesta della Procura di Salerno. La tesi (tutta da dimostrare) dell'accusa è grave: turbativa d'asta, corruzione, atti contrari ai doveri d'ufficio. Sotto i fari dei magistrati alcuni appalti.
Dal 3 ottobre 2024 sono trascorsi 105 giorni ma Alfieri non si è dimesso. Ciò che più sorprende è il silenzio di tutto lo stato maggiore della sinistra. Elly Schlein su Toti non faceva sconti: «Si deve dimettere perché sta tenendo ai domiciliari la Regione Liguria e non è accettabile». E del suo presidente Pd? La Provincia di Salerno non è ai domiciliari da tre mesi? In 105 giorni Schlein non ha mai chiesto le dimissioni del suo presidente. Eppure, già il 14 maggio, 7 giorni dopo l'arresto di Toti, Schlein era netta: «È talmente grave questo quadro di corruzione che Toti si deve dimettere subito», commentava negli studi di Giovanni Floris. Una furia giustizialista che Schlein pare abbia smarrito nel caso del presidente Pd di Salerno. Per carità, magari avrà trovato un barlume di garantismo. In fondo, tutta la sinistra (che scendeva in piazza per chiedere le dimissioni di Toti) sembra aver smarrito la parola sul caso del presidente Pd agli arresti da 105 giorni.
Ricordate Nicola Fratoianni? «Siamo oltre la decenza. Chiediamo che la Liguria possa tornare ad avere un futuro e che questo futuro lo possano decidere i cittadini con la democrazia» tuonava nella piazza di Genova. Su Alfieri non si trovano dichiarazioni di Fratoianni. Zero. Non pervenuto.
E lo stesso Bonelli? Che in piazza a
Genova chiedeva a gran voce (tra un esposto e l'altro) le dimissioni di Toti, si è lasciato scappare sotto il naso l'occasione della vita: un presidente resta 105 agli arresti e non si dimette. Dove sei Bonelli? Esci fuori.
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