Pressione in aumento su ospedali e intensive. Altre 4 regioni in giallo

Veneto, Liguria, Marche e Trento cambiano colore. Zaia: tutta Italia verso le restrizioni

Pressione in aumento su ospedali e intensive. Altre 4 regioni in giallo

Era il 30 novembre quando il «governatore» veneto Luca Zaia vaticinava nella consueta intervista al Corriere della Sera: «Se continua così presto il Veneto e tutta l'Italia saranno in zona gialla». Non è trascorso neanche un mese dalla profezia, ed ecco avverarsi il pronostico: per le feste di Natale il colore di riferimento sarà proprio quello anticipato da Zaia in versione Nostradamus; «ragioniamoci sopra», senza per questo voler fare pubblicità al suo libro fresco di stampa che analizza, in un sol colpo, la relazione tra «pandemia e autonomia». Intanto lo Zaia-pensiero sul «ritorno al giallo» trova conferma nei dati di ieri della Fondazione Gimbe presieduta da Nino Cartabellotta (quello dell'infelice tweet «ironico» sulla positività del cantante Povia, ndr). Le cifre relative alle ultime 24 ore non sono un bel regalo da mettere sotto l'albero e le prime righe del report rendono bene il clima di allarme: «Ieri tasso di positività è salito al 3,6%. Altri 26.109 casi (mai così tanti dallo scorso 12 marzo) e 123 decessi. In aumento terapie intensive e ricoveri negli altri reparti. Ancora 6 milioni le persone senza nemmeno una dose di vaccino anti-Covid». Tra questi preoccupano da un lato 2,45 milioni di over 50 «a elevato rischio di malattia grave e ospedalizzazione», dall'altro 1,02 milioni nella fascia 12-19 anni, «che aumentano la circolazione del virus nelle scuole». Dobbiamo preoccuparci? Cartabellotta, questa volta, non lancia messaggi «ironici»: «Con la variante Omicron e l'attuale sistema dei colori per le regioni, si rischia di congestionare silenziosamente gli ospedali. Il nostro Paese è entrato in una fase critica della pandemia per la convergenza di vari fattori: la stagione invernale, gli oltre 6 milioni di non vaccinati; il netto ritardo iniziale nella somministrazione delle terze dosi; le imminenti festività natalizie che aumenteranno contatti sociali e contagi e, soprattutto, la progressiva diffusione della variante Omicron diventerà prevalente in Europa entro i primi 2 mesi del 2022». Ma forse il vero problema non è tanto la variante Omicron, bensì il virus divenuto endemico: una «trasformazione», quest'ultima, che la depotenzierà a livello di «semplice influenza» o che, piuttosto, la confermerà su un piano di «serio allarme» per la salute? Il nostro futuro si gioca tutto attorno alla risposta a questa domanda.

Intanto, il presidente della Liguria, Giovanni Toti, si allinea anche lui alla «trend della prudenza» e annuncia: «Da lunedì la Liguria sarà in zona gialla per le prossime due settimane». «Secondo il report del 16 dicembre l'incidenza media settimanale ogni 100mila abitanti si attesta a 313 - ha spiegato il governatore ligure - mentre i posti letto occupati in area medica sono al 17% e quelli in terapia intensiva sono al 12%. Un dato che ci aspettavamo vista la circolazione del virus nei giorni scorsi e che conferma il picco della quarta ondata». Situazione critica da Nord a Sud: non a caso insieme a Veneto e Liguria anche Marche e Trento finiscono in giallo (dove si trovano Bolzano, Calabria e Friuli-Venezia Giulia), mentre Lombardia ed Emilia-Romagna si «salvano» per un soffio.

Chiudiamo con una «linea di tendenza» che lascia «ben sperare» (Gimbe dixit): «Ieri 13 mila

guariti. Crescono costantemente terze dosi e le nuove somministrazioni». Le conseguenze? «Nelle persone vaccinate, rispetto a quelle non vaccinate, si riduce l'incidenza di diagnosi e soprattutto di malattia grave e decesso».

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